Attualità domenica 08 dicembre 2024 ore 19:00
Malattia del Congo, caso sospetto in Toscana
Accertamenti dopo il ricovero di un paziente tornato dal paese africano con sintomi influenzali. Sani: "Esami per scrupolo ma nessun rischio contagio"
LUCCA — Rientrato in Italia dal Congo con sintomi influenzali e ricoverato all'ospedale San Luca di Lucca, potrebbe aver contratto la malattia che sta colpendo la provincia di Kwango, nel paese africano. A renderlo noto è stata la Capo dipartimento della prevenzione del ministero della Salute Maria Rosaria Campitiello.
Il paziente, ricoverato il 22 Novembre, è guarito ed è stato dimesso il 3 Dicembre. Adesso però resta da chiarire se quei sintomi fossero riconducibili alla malattia. Per questo sono stati avviati i necessari accertamenti.
In particolare, sono stai prelevati dei campioni, che saranno analizzati dall'Istituto Superiore della Sanità per accertare se i sintomi presentati dal paziente siano da attribuire alla malattia che sta colpendo la regione del Congo.
Secondo quanto appreso l'uomo, che avrebbe avuto febbre e anemia, lavora a 500 chilometri dalla zona del Congo dove è stato documentato il focolaio. Spartaco Sani, responsabile delle malattie infettive dell'ospedale di Lucca, ha poi precisato che "Ad oggi non c'è pericolo di contagio" e che "Solo per scrupolo è stato ricontattato per accertamenti".
"La struttura di Malattie infettive, insieme a Direzione sanitaria e ospedaliera e al Dipartimento della Prevenzione - si legge in una nota dell'Asl nord ovest - ha effettuato un lavoro di verifica a 360 gradi sulla vicenda e non ci sono al momento profili di rischio".
"Adesso l'uomo sta bene, così come i suoi familiari. Quando era stato ricoverato - spiega l'Asl nord ovest- non era ancora noto il focolaio emerso in Congo. Per scrupolo, dopo la sua dimissione, avuto notizia dell’attenzionamento delle autorità sanitarie nazionali ed internazionali rispetto al focolaio congolese, il paziente è stato richiamato per accertamenti e, come protocollo per sospette arbovirosi, per una questione di massima precauzione, è stato contattato l'Istituto Superiore della Sanità per l’eventuale invio di campioni di sangue. Si è trattato di un’azione precauzionale di verifica e approfondimento".
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