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Attualità giovedì 05 gennaio 2023 ore 10:15

Moria di cani e incubo polpette, paura a Firenze

Polpette con i chiodi, l'ultimo allarme. Da Bellariva all'Isolotto a via Geminiani si moltiplicano gli allarmi per morti sospette nel capoluogo



FIRENZE — Polpette avvelenate con chiodi, è l'ultima segnalazione che arriva da Novoli e l'incubo dilaga nel capoluogo fiorentino dopo la chiusura di un parco pubblico per alcune morti sospette avvenute alla fine del 2022.

Dopo le segnalazioni dall'Isolotto, che hanno portato alla chiusura del Parco di San Bartolo a Cintoia nel Quartiere 4, stavolta la segnalazione arriva da Via Geminiani nel Quartiere 5 per polpette avvelenate con la presenza di chiodi. A Novembre 2022 alcuni cittadini avevano lanciato l'allarme per una serie di morti sospette avvenute all'interno di un'area verde che costeggia l'Arno, al Lungarno Colombo a Bellariva, nel Quartiere 2.

Sul tema sono intervenuti la consigliera comunale della Lega, Michela Monaco, del Quartiere 3 Barbara Nannucci e del Quartiere 5 Federico Bonriposi "Ennesima segnalazione dei cittadini e dai social per polpette avvelenate disperse ai danni degli amici a 4 zampe. Stavolta in via Geminiani. Dopo la vicenda al quartiere 4 denunciata dal Consigliere di quartiere 4 della Lega, Davide Bisconti, il Comune ha deciso, seppur in netto ritardo, di chiudere l’area di San Bartolo. I residenti sono tutt'ora preoccupatissimi per la presenza di uno o più folli che agiscono nella zona liberamente. Siamo estremamente preoccupati per questa situazione, chiediamo alla Giunta Nardella di non sottovalutare questi fatti. Vogliamo ricordare che già a Novembre 2022 avevamo vissuto episodi simili con forti timori da parte dei residenti per una serie di morti sospette avvenute all'interno di un'area verde che costeggia l'Arno, al parco pubblico e all'area cani del Lungarno Colombo. Invitiamo tutti i cittadini che riscontrino che incontrino esche avvelenate in aree verdi o simili a non prendere iniziative personali, ma di contattare subito i Carabinieri forestali che hanno un’apposita unità specializzata (Uca anti-veleno) con cani addestrati a sentire gli odori delle esche. Gli stessi militari avvieranno poi le indagini."


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