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GIALLO Mazzola giovedì 21 luglio 2022 ore 06:00
Quando il detective è una buona forchetta
Ameremmo così tanto i protagonisti delle storie “extra ordinarie” che gustiamo grazie ai libri se non avessero anche loro qualche punto debole? Forse no…
PECCIOLI — “Il vizio serve quindi sia a rendere realistico il personaggio, sia a connotarlo, a fornire una caratteristica che, se ben giocata, lo definisce e lo rende amabile proprio in quanto fallace – non si ama la perfezione, come ben dice Thomas Bernhard nel suo romanzo Antichi Maestri (Adelphi, 1985), si ama sempre qualcosa di imperfetto”. Così si esprime la Psicologa Rachele Bindi, esperta in Libroterapia, con cui la nostra Biblioteca proficuamente collabora.
È per questo che anche i detective a noi più cari sono un misto di vizi umani, un palcoscenico di peccati e debolezze che ci fanno provare empatia per i nostri eroi e ce li fanno sentire un po’ più vicini.
Se dobbiamo individuare il nome di un autore che più di ogni altro ha ribadito il connubio crimine-cucina, non si può fare a meno di evocare Manuel Vázquez Montalbán, il padre del detective-gourmet Pepe Carvalho. Pepe Carvalho è un detective incline a molti vizi e curiose abitudini, ma soprattutto dalla golosità sfrenata. Non si tratta di un gourmet in senso classico, dato che preferisce i piatti della tradizione catalana, specie quelli corposi e a base di frattaglie, rispetto alle creazioni della nouvelle cuisine. Non esistono limiti a ciò che può mangiare, alle cucine esotiche che può assaggiare. A chi gli dice, parlando di piatti esotici: "Non mi attrae. Mangio per vivere", lui risponde: "Lo temevo. Lei doveva pur avere qualche difetto". Lo stesso Manuel Vázquez Montalbán ha raccolto i cibi cari al suo personaggio nel libro Le ricette di Pepe Carvalho (Feltrinelli, 1994).
Con i soldi guadagnati facendo l’investigatore, Nero Wolfe arriva in America dal Montenegro. Secondo il suo creatore Rex Stout, una volta a New York riesce a comprarsi una grande casa lussuosa, munita di un ampio giardino per le sue amate orchidee e a permettersi uno chef personale. Mentre il suo aiutante sbriga le ricerche che richiedono spostamenti a piedi, Wolfe si spende in banchetti con acciughe, anatre, lingua in salamoia, polenta. Considerando che le sue storie sono ambientate negli anni '30 del Novecento, questo è un bel modo per immaginare un mondo in cui la miseria della Grande Depressione non si fa sentire. Wolfe non lascia quasi mai la propria casa se non per occasioni molto speciali, come per partecipare al convegno dei “Quinze Maîtres”, i Quindici migliori cuochi del mondo, in qualità di ospite d’onore. Stout non si limita a descrivere il desiderio famelico della sua creatura di conoscere e provare tutto ciò che riguardi il cibo, ma scrive di suo pugno anche un libro: Le ricette di Nero Wolfe (Mondadori, 1975), che oggi è anche possibile consultare online.
Nei romanzi di Agatha Christie ciò che non manca davvero mai è il tè, accompagnato da buone focaccine e da qualche pasticcino. Ma per il celebre Hercule Poirot, innamorato della cucina come Wolfe, il menu prevede qualcosa in più. Nel romanzo Fermate il boia (Mondadori, 1952) l'investigatore belga si rammarica di non potersi concedere più di tre pasti al giorno e così Agatha Christie descrive la cena del detective: “Uscito dalla Vieille grand’mère, Hercule Poirot si rialzò il bavero del cappotto. Precauzione eccessiva per una serata tanto mite? […] Deliziose le lumache, però. Che scoperta preziosa quella piccola trattoria. Meditabondo come un cucciolo sazio, Poirot si passò la lingua tra le labbra e si lisciò i baffi folti, bellissimi, con un fazzoletto. Aveva mangiato proprio bene…”. Trattandosi di un belga che vive in Gran Bretagna, i suoi incontri con il cibo spaziano da una sponda all’altra della Manica. Tuttavia, ciò che lo fa davvero impazzire sono i dolci e, da bravo belga, il cioccolato. Numerosi scrittori hanno raccolto le ricette che fanno impazzire il baffuto investigatore. Ve ne segnaliamo alcuni: Il delitto è servito, I menù di Agatha Christie di Maurizio Gelatti (Il Leone Verde, 2005) e Creme & Crimini, Le ricette deliziose e criminali di Agatha Christie, di Anne Martinetti e Francois Rivière (Sonzogno, 2006).
Di ben altri gusti è invece il commissario Jules Amédée François Maigret, molto metodico e tradizionalista in fatto di cucina e non solo. Ama la vita tranquilla e predilige la cucina tradizionale francese: deve necessariamente essere ben fatta e ben curata, da consumarsi nei bistrot parigini, o almeno che sia preparata da sua moglie! “Ogni sera, appendendo il cappello, il commissario Maigret si divertiva a indovinare quale delizia sua moglie gli avesse cucinato…”. Tra i suoi piatti preferiti c'è le coq au vin, il pollo al vino. Alle ricette più amate del commissario francese sono dedicati i testi A tavola con Maigret, Intrighi e intingoli, di Guido Guidi Guerrera (Il Leone Verde, 2007) e A cena con Simenon e il commissario Maigret, di Robert J. Courtine (Guido Tommasi Editore, 2002).
Tra i buongustai, appassionato risolutore di misteri, non poteva di certo mancare il commissario Montalbano, inventato da Andrea Camilleri. Qui non siamo più nel regno delle stravaganze culinarie, bensì saldamente ancorati ai cardini della cucina siciliana, creata dalla fedele Adelina, che all'affamato commissario lascia le pietanze già pronte nel forno. Caponatina, triglie e tutto il meglio della Trinacria passa attraverso le pagine dei libri di Camilleri, ma il re incontrastato dei piatti amati da Montalbano resta l'arancino. I segreti della tavola di Montalbano. Le ricette di Andrea Camilleri (Il Leone Verde, 2009).
Abili solutori di misteri, i detective sono dunque spesso anche ottime forchette. La letteratura in giallo, oltre a stuzzicare l’intelligenza del lettore e a intrattenerlo, acquista un particolare valore nel momento in cui diventa specchio della realtà in cui è inserita. È così che anche la cucina riflette il carattere mediterraneo, o francese o tipicamente british dei luoghi in cui le storie trovano la loro ambientazione e i nostri detective-eroi diventano figure accattivanti che condividono con noi i loro peccati di gola e il piacere di una buona cucina!
A cura dello Staff della Biblioteca di Peccioli.
Perché proprio il giallo a Fonte Mazzola?
Tutto è iniziato nel 2016 con “Parole Guardate”, il nostro Festival del giallo. Un progetto di contaminazione tra teatro, letteratura e scrittura, per adulti e bambini.
La particolarità del progetto Parole Guardate è stata quella di incentrare le sue attività e gli eventi sulle opere di un unico scrittore: negli anni sono stati protagonisti grandi e prolifici autori come Maurizio de Giovanni, Romano De Marco, Marilù Oliva, Giampaolo Simi, Piergiorgio Pulixi, penne che hanno riscosso molto successo e affetto da parte del pubblico.
La Biblioteca Comunale e Archivio Fonte Mazzola, con i suoi 400 metri quadri di ampiezza e una collocazione spettacolare sul limitare della campagna pecciolese, è stata inaugurata il 26 gennaio 2019. Qui puoi trovare una sezione dedicata al giallo italiano e straniero (americano, inglese, nord-europeo, francese…) e un patrimonio librario composto da ottomila volumi, la preziosa collezione del prof. Arnaldo Nesti, consistente in altri novemila volumi e la donazione del Prof. De Santi, composta da altri mille libri, rari e di pregio, monografici sul cinema.
Tutti gli spazi sono utilizzabili in assenza dell’operatore bibliotecario ogni giorno dalle h. 8 alle 24 (comprese la Domenica e i giorni festivi), tramite un codice personale di accesso. L’iniziativa, unica sul territorio della Valdera, è il fiore all’occhiello della nostra Biblioteca e permette a numerosi studenti e utenti di frequentare in libertà, ma con assoluto rispetto, le sale a disposizione.
Qui troverai una Biblioteca dei Ragazzi con un’ampia varietà di letture dedicate in una luminosa sala, rivolta verso l’Anfiteatro Fonte Mazzola; lo “Speaker’s corner”, l’angolino del parlato, la nuovissima attività proposta agli utenti dai 6-14 anni in cui un nostro operatore esperto sarà a disposizione per conversare in lingua inglese. Per la fascia di età 8-12 sarà organizzato un circolo di piccoli lettori, dal titolo “Dieci piccoli detective”: incontri mensili dedicati alla lettura e dinamiche dei romanzi gialli.
Tante le attività del nostro Maggio dei libri che ha visto un rafforzamento del Progetto Nati per Leggere, in cui alcuni lettori specializzati insieme ai genitori hanno letto ai loro bambini della fascia di età 0-6, dei libri in Biblioteca; gli incontri del Circolo dei Lettori, il corso di scrittura dal titolo: Fermi tutti! Questo è un colpo di scena, un rinnovamento del Progetto Parole Guardate che si è incentrato sul colpo di scena, nella letteratura e nel cinema, in tre appuntamenti avvenuti in primavera e che riprenderà in autunno. Dei benefits sono dedicati ai nostri studenti e ai nuovi iscritti: ad esempio, chi è in possesso del codice di ingresso della Biblioteca ha partecipato il 28 maggio, al primo incontro del corso Studiare senza stress, tenuto dal docente Stefano Intini, per il potenziamento della memoria e il miglioramento dei metodi di studio.
Per celebrare l’importanza della lettura come conoscenza e crescita personale, durante il mese di maggio ha fatto il suo esordio Contemporaneamente. Leggere per comprendere, un’iniziativa legata alla Libroterapia Umanistica, un metodo che parte dalla lettura, per promuovere il benessere psicologico e la crescita personale di ciascuno. Presso la Biblioteca Comunale di Peccioli i lettori hanno a disposizione una scatola dove poter inserire i titoli dei libri che hanno rivestito un particolare ruolo di formazione durante la loro vita. I suggerimenti così raccolti verranno elaborati e restituiti in chiave libroterapica dalla psicologa Rachele Bindi durante gli incontri futuri in autunno.
Nel mese di luglio in concomitanza con il festival Undicilune, come avviene ormai da quattro anni, sarà rinnovata la collaborazione con Il Post, per la realizzazione di un workshop di giornalismo per esordienti, a cui parteciperanno venti ragazzi under 30.
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