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Attualità venerdì 18 agosto 2023 ore 12:10

Il robot contro la malattia rara, in Toscana primo intervento d'Italia

sala operatoria
Foto d'archivio

La fibrosi retroperitoneale è stata operata con tecnica di chirurgia robotica a Pisa per la prima volta a livello nazionale, la quinta al mondo



PISA — Per la prima volta in Italia, e la quinta al mondo, una paziente è stata operata di fibrosi retroperitoneale con tecnica chirurgica robotica: è successo in Toscana, nell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, e ad eseguire l'intervento da primato è stato il professor Riccardo Bartoletti, direttore dell’unità operativa Urologia 1 dell’Aoup, coadiuvato dal professor Alessandro Zucchi dell’Università di Pisa. 

La paziente, una 60enne della provincia di Lucca, dopo l'operazione nell’arco di due mesi ha pienamente recuperato la funzionalità di entrambi i reni.

La fibrosi retroperitoneale è una malattia rara – si registrano circa 0,5 casi l’anno ogni 100mila persone – caratterizzata dalla formazione di tessuto infiammatorio e fibroso nella parete posteriore dell’addome. 

Da sinistra: Alessandro Zucchi, Riccardo Bartoletti, Brunella Andreini, Vincenzo Panichi e Barbara Nerucci

Da sinistra: Alessandro Zucchi, Riccardo Bartoletti, Brunella Andreini, Vincenzo Panichi e Barbara Nerucci

Tra i sintomi ha un dolore sordo e costante ai fianchi, al dorso o all’addome e, quando sono coinvolti gli ureteri, il dolore può essere di tipo colico. Si possono infettare le vie urinarie e si può infine ostruire l’uretra, portando alla perdita di funzionalità di uno o entrambi i reni. Oltre il 40% dei pazienti può sviluppare una malattia cronica del rene e oltre l’8% è costretto alla dialisi.

"La paziente - spiega una nota dell'Aoup - era costretta da tempo a portare una fastidiosa derivazione urinaria causata dell’ostruzione determinata dalla malattia. Era in cura nell’unità operativa Nefrologia trapianti e dialisi, diretta dal professor Vincenzo Panichi. Non rispondendo ai trattamenti medici e di fronte a un peggioramento delle condizioni, è stata scelta la strada chirurgica". 

La collaborazione fra urologi e nefrologi su questa patologia era già iniziata da qualche anno, culminando nella redazione di un articolo pubblicato nel Marzo scorso da “Urologia internationalis” (Idiopathic retroperitoneal fibrosis: what is the optimal clinical approach for long-term preservation of renal function?).

Generalmente, in questi casi, si opera 'a cielo aperto' o per via laparoscopica, ma si è preferito utilizzare il robot per puntare a una più ridotta degenza postoperatoria e a un rapido recupero funzionale.


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