Attualità lunedì 09 settembre 2024 ore 17:30
Microrobot impiantabili per curare il corpo dall'interno
Nascerà in Toscana la prima generazione di dispositivi in grado di navigare nell'organismo umano. Il progetto finanziato a livello europeo
PISA — Sviluppare la prima generazione di microrobot impiantabili, in grado di navigare in modo controllato e non invasivo nel corpo umano per curarlo dall'interno: è il principale obiettivo di I-Bot (Implantable microroBot), il nuovo progetto della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Il progetto è finanziato dal Consiglio europeo delle ricerche (European research Council, Erc) con fondi Erc Starting Grants.
Lo studio inizierà ufficialmente il primo Gennaio 2025, avrà una durata di 5 anni con un investimento pari a 1,5 milioni di euro. A coordinarlo sarà Veronica Iacovacci, ricercatrice presso l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna.
I-Bot
I-Bot si propone di sviluppare in Toscana la prima generazione di microrobot impiantabili in grado di navigare in modo controllato e non invasivo nel corpo umano per raggiungere l’area da trattare.
Attraverso l’azione combinata di ultrasuoni e campi magnetici, i microrobot saranno in grado cambiare la loro geometria e le loro dimensioni per adattarsi alla zona del corpo umano in cui dovranno intervenire e per esercitare forze sui tessuti circostanti e azioni terapeutiche.
Queste importanti innovazioni consentiranno ai microrobot di restare a contatto con i tessuti in modo stabile e di svolgere il proprio compito nel tempo.
Chi è la coordinatrice del progetto
Dopo la Laurea Magistrale in Ingegneria biomedica presso l’Università di Pisa, Iacovacci ha conseguito il dottorato di ricerca in BioRobotica nel 2017 e ha lavorato come Post Doctoral Fellow presso l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, l'Eth di Zurigo e la Chinese University of Hong Kong.
Nel 2020 ha ottenuto una borsa di studio Marie Sklodowska-Curie per il progetto Mambo (sviluppo di microrobot magnetici per terapie localizzate all'interno del corpo umano).
“Ricevere un Erc Starting Grant rappresenta un’opportunità unica di crescita professionale e scientifica. I-Bot ambisce a sviluppare nuove tecnologie di base, dalla robotica alle scienze dei materiali, per affrontare sfide nell’ambito dei dispositivi medici e dell’interventistica non invasiva”, dichiara Veronica Iacovacci.
“Nel corso del progetto – spiega - analizzeremo alcuni casi di studio che spaziano dal trattamento di ulcere nel tratto gastro-intestinale, alla realizzazione di graft vascolari fino a sistemi per il monitoraggio di lesioni tumorali”.
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