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Attualità martedì 07 febbraio 2023 ore 12:56

Uomo e giovane, identikit di chi mangerà grilli

Il ricercatore Simone Mancini
Il ricercatore Simone Mancini

Lo studio sui possibili consumatori di insetti edibili è stato condotto col contributo di scienziati toscani. Il genere si rivela determinante



PISA — Uomo e giovane: questo l’identikit del consumatore più propenso ad accogliere grilli e insetti edibili nella propria dieta. A definirlo è stato uno studio realizzato col contributo di scienziati dell’università di Pisa (sono il ricercatore Simone Mancini e la professoressa Roberta Moruzzo, entrambi del dipartimento di scienze veterinarie) e che ha coinvolto anche le università di Parma in Italia, Ghent in Belgio, Cornell negli Stati Uniti e Nanjing in Cina, i cui esiti sono stati pubblicati sulla rivista Plos One.

La ricerca è stata condotta attraverso un sondaggio realizzato a Febbraio e Marzo 2022 su un campione di circa 3.000 persone dislocate in Belgio, Cina, Italia, Messico e Stati Uniti con vari livelli di cultura gastronomica legata al consumo di insetti. Ebbene: ne è emerso che il genere è il fattore determinante nell’accettazione o meno del novel food.

Il maggior rifiuto manco a dirlo si è registrato in Italia (circa 85% donne e 75% uomini) e il minore in paesi come Messico (circa 46% donne e 15% uomini) e Cina (circa 62% donne e 50% uomini) dove l’entomofagia (il consumo alimentare di insetti edibili) è culturalmente più accettata.

Nei paesi dove la predisposizione a includere gli insetti nella dieta è minore, ovvero Italia e Belgio, l’età più giovane è un fattore che predispone positivamente al consumo. Considerando infine tutti i cinque paesi, illustra una nota dell’ateneo pisano, l'accettazione degli insetti trasformati ad esempio nelle farine è risultata sempre maggiore rispetto a quelli interi.

Come sottolineato da Mancini, si tratta del primo studio di carattere comparativo tra più paesi nel mondo: “La maggiore propensione al consumo nella fascia di popolazione tra i 18 e i 41 anni rispetto agli over 42 – osserva poi - potrebbe essere spiegata dalla curiosità dei più giovani verso il novel food e da una maggiore sensibilità rispetto ai temi legati alla sostenibilità alimentare”.


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