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Cultura giovedì 24 novembre 2016 ore 16:30

La Pompei del mare

Domani saranno inaugurate due delle otto sale espositive del Museo delle navi antiche. Prosegue a pieno regime il restauro delle imbarcazioni



PISA — 1200 anni di storia esposti in un museo di 4800metri quadri. Sarà questo il museo delle navi, che ha trovato casa agli arsenali medicei di lungarno Simonelli. Il museo è in corso di allestimento, così come sono ancora in corso per operazioni di restauro di alcune delle 30 navi rinvenute nel 1998 a San Rossore. Intanto però, gli arsenali domani, a partire dalle 10,  apriranno al pubblico per permettere a cittadini e turisti di  visitare i primi due padiglioni del Museo delle Navi Antiche.

È la prima parte di quella che sarà una delle più importanti e grandi esposizioni archeologiche, la cosiddetta “Pompei del mare”, con 30 imbarcazioni di epoca romana (di cui 13 integre), risalenti tra il terzo secolo avanti Cristo e il settimo dopo Cristo), complete di carico, che include gli oggetti personali dei marinai, migliaia di frammenti ceramici, vetri, metalli e materiale organico.

Un evento atteso da 18 anni, quando il ritrovamento della prima nave bloccò i lavori per la costruzione della ferrovia. Nacque così il grande cantiere di scavo e di restauro. Il laborioso lavoro di archeologi e restauratori di Cooperativa Archeologia, che si è occupata anche del montaggio dei relitti sotto la direzione dell’archeologo Andrea Camilli, ha ricomposto il mosaico di una lunga storia, fatta di commerci e marinai, navigazioni e rotte, vita quotidiana a bordo e naufragi. Il tutto disseminato all’interno degli Arsenali Medicei di Pisa, considerato il luogo più adatto per la realizzazione di un museo: costruiti nella seconda metà del Cinquecento per volontà di Cosimo I, sono formati da una serie di capannoni in mattoni, in origine aperti, decorati sulla facciata verso l’Arno da mascheroni in marmo, stemmi e iscrizioni che ricordano le vittorie navali dell’Ordine dei Cavalieri di S. Stefano: un museo dentro un museo, la storia dentro la storia.

I primi due ambienti ad essere aperti al pubblico (saranno 8 in tutto) sono la sala V e, con una sezione introduttiva a questa, la sala IV, con l’esposizione della prima imbarcazione rinvenuta, la nave A ( lunga 18 metri e risalente al II secolo d.C). Nella grande sala V saranno esposte tutte le navi restaurate: da guerra, da commercio, da mare aperto e da fiume. Al momento, qui si possono vedere la Nave F (del II sec. d.C), che rientra nella categoria delle piccole imbarcazioni fluviali, veloci, a forma di piroga, dalla caratteristica prua monossile, ossia scolpita in un unico blocco. Lo scafo è deformato per il pilotaggio da un solo lato, come le gondole; la Nave I (del IV-V secolo d.C) è un traghetto a fondo piatto interamente realizzato in legno di quercia e rivestito all’esterno da fasce chiodate in ferro per proteggere lo scafo dai fondali bassi. La nave era manovrata a riva da un argano; la Nave D ((VI sec. d.C) sarà visibile posta su una grande struttura metallica, che sosterrà questa imponente imbarcazione, lunga 13 metri e larga più di 4: una nave fluviale adibita al trasporto di sabbia, trainata da riva da una coppia di cavalli. È inoltre presente la ricostruzione a grandezza naturale della Nave C, l’Alkedo (inizi I sec. d.C.), finalmente libera dal guscio che la ha protetta per 15 anni. Consistenti tracce di colore hanno permesso di riprodurre il suo colore originale, in bianco con rifiniture in rosso e il nero per il simbolo dell’occhio, dipinto sulla prua a protezione delle avversità di chi va per mare.

La sala IV, invece, è dedicata alla tecnica di costruzioni delle navi e racconta come un semplice cantiere di scavo venne ampliato e attrezzato per una scoperta così inaspettata. Il progetto di scavo e restauro delle antiche navi di Pisa è innovativo a livello internazionale, considerato che per la prima volta sono state restaurate delle navi per intero, senza che venissero smontate. Quindi il restauro è iniziato in corso di scavo. In cantiere è stato progettato un preliminare sistema di protezione dei reperti con pannelli in vetroresina.

A breve, sarà svelato il resto, per un totale di 4.800 metri quadrati: l’ingresso sarà dal cortile, con il lungo corridoio che costituisce la spina dorsale del percorso, la narrazione di tutto quello che era Pisa prima delle navi, gli eventi alluvionali che portarono al loro progressivo affondamento, tutte le navi restaurate e tanto altro, fra cui il bagaglio del marinaio, una cassetta di legno con monete e medicamenti. Sarà un percorso tra amuleti e tanti oggetti di bordo come fornelli, vasellame da mensa e da cucina, piatti e attrezzi da carpentiere per le riparazioni, lucerne e oggetti di culto che i marinai portavano con loro durante viaggi pericolosi, come oggetti votivi, piccole statuine delle divinità e scarabei, calzature in legno, frammenti di indumenti in cuoio, resti vegetali come semi, utili sia per capire i commerci che l’alimentazione dei marinai.

“Inauguriamo la parte che è stato possibile allestire e aprire, sia per quanto riguarda le opere strutturali e architettoniche, sia per le prime navi restaurate - dicono dalla Soprintendenza di Archeologia e Belle Arti di Pisa e Livorno- Tutela e valorizzazione sono le parole chiave di questa operazione complessa che ha interessato varie istituzioni pubbliche, soprintendenze e ministeri diversi, che ha visto collaborare pubblico e privato in sinergia; non è stato tutto semplice, anzi, ma ci possiamo dichiarare soddisfatti perché il risultato esiste e comincia a vedersi: da oggi sarà possibile visitare una parte di questo grande museo”.

Domani sarà possibile partecipare alle visite guidate, gratuite e libere, dalle 11 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16. Successivamente, la visita al cantiere di scavo e al cantiere di allestimento del museo delle navi antiche sarà solo su prenotazione, in giorni stabiliti o su richiesta, a partire da sabato 3 dicembre (per informazioni www.navidipisa.it) .

La giornata di presentazione si aprirà alle 10, con l’intervento, tra gli altri, del soprintendente di Archeologia e Belle Arti e Paesaggio di Pisa e Livorno Andrea Muzzi e dei progettisti e direttori dei lavori Andrea Camilli, archeologo, e Marta Ciafaloni, architetto, funzionario della Soprintendenza. 


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