Perché l'operazione israeliana segna un salto di qualità nel conflitto con l'Iran: l'analisi della vicedirettrice Barbara Stefanelli

Attualità mercoledì 11 giugno 2025 ore 17:35

Rallenta l'export del florovivaismo

Coldiretti tira le somme sul primo trimestre del 2025, segnato da una flessione di quasi il 5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente

PROVINCIA DI PISTOIA — Frena l'export delle piante vive pistoiesi. A dirlo è Coldiretti che, sulla base dei dati Istat, tira le somme sul primo trimestre del 2025, segnato da una flessione di quasi il 5 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

A registrare un calo sono anche le esportazioni italiane verso i mercati internazionali, dove le aziende pistoiesi contribuiscono per quasi il 40% al totale. Ad aver subito una contrazione, in questo ambito, sono quelle verso i Paesi extra Ue, con una contrazione del 22%, passate da 32 a 25 milioni di euro. Stabili invece le esportazioni verso i paesi dell'Unione Europea.

“Il dato è da analizzare con molta attenzione – afferma Fabrizio Tesi, presidente di Coldiretti Pistoia – evitando quegli eccessivi allarmismi che spesso non contribuiscono ad andare a fondo alle questioni. Le aziende del nostro distretto stanno affrontando un contesto globale complesso, tra guerre e dazi, con ostacoli fitosanitari, incertezze logistiche e aumento dei costi, e non ultima difficoltà a reperire manodopera stabile e specializzata, ma continuano a investire con determinazione sul fronte produttivo”. E lo fanno, spiega Tesi, con lo sguardo alla sostenibilità adottando, ad esempio, tecniche innovative, pacciamature naturali, la riduzione dell’impiego di fitofarmaci, l'ottimizzazione delle risorse idriche.

Nel contesto delle esportazioni si inserisce il caso del Regno Unito, uno dei mercati principali per il vivaismo ornamentale pistoiese e che, dopo il recente stop al blocco fitosanitario, dovrebbe ripartire e dare ossigeno all’export extra Ue.

Coldiretti segnala poi il crollo del mercato svizzero, sceso del 40% nel primo trimestre, passando da 6,5 a meno di 4 milioni di euro: una perdita secca di circa 2,5 milioni di euro. “Un dato che ci deve far riflettere – commenta Tesi– soprattutto perché la Svizzera è tradizionalmente un mercato affidabile e vicino, anche dal punto di vista logistico. Il calo repentino ad una prima analisi va attribuito al meteo poco favorevole del periodo in esame che ha rallentato le consegne nella Confederazione Elvetica. Il portafogli ordini da evadere comunque ci rassicura”.

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