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Lavoro lunedì 04 luglio 2016 ore 15:17

Putin tarocca anche l'insalata toscana

Dopo il rafforzamento dell'embargo in Russia, crollo del 35% delle esportazioni del sistema agroalimentare. E per il 2016 Coldiretti vede nero



FIRENZE — Coldiretti lancia un nuovo allarme sull'embargo russo che ha prodotto, nel 2015, un crollo delle esportazioni del made in Tuscany del 35 per cento, da 23 milioni di euro a 15milioni, difficilmente recuperabile considerando che il presidente Vladimir Putin ha prolungato l'embargo fino al 31 dicembre 2017.

Tuttavia la domanda di alimenti made in Italy o presunti tali in Russia è in continua aumento. E' stata quindi potenziata l’industria alimentare locale, con nuovi investimenti per aumentare la produzione di formaggi, già cresciuta del 20 per cento negli Urali Centrali. In programma anche la costruzione di nuovi caseifici nella regione Sverdlovsk per coprire il fabbisogno di formaggi duri e molli, dalla mozzarella al parmigiano. Nella stessa regione è in fase di sviluppo, con nuovi grandi macelli per maiali, anche l’industria della carne e dei salumi.

Russkiy Parmesan, per esempio, viene prodotto insieme al gorgonzola a 60 chilometri da Mosca nel villaggio di Dubrovskoe, ma nelle principali catene del Paese - informa Coldiretti – sono in vendita con nomi italiani mozzarella, ricotta, mascarpone, robiola made in Russia, diversi tipi di salame Milano (миланская), di mozzarelle ciliegine, di scamorze (скaморЦa) Buona Italia e di pizza Sono Bello Quatro formaggi, con tanto di errore grammaticale. Tra i tarocchi più celebri, che sfruttano il fenomeno dell’tuscany sounding, l’insalata toscana (Тоскана).

A far proliferare la presenza del falso Made in Italy non è stata però solo l’industria russa ma – sottolinea Coldiretti - anche molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Biolorussia, l’Argentina o il Brasile che hanno aumentato le esportazioni dei cibi italiani taroccati. Nei supermercati russi – precisa Coldiretti - è possibile infatti trovare scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta made in Bielorussia, salame Milano e Gorgonzola di produzione svizzera e Parmesan o Reggianito di origine brasiliana o argentina.

Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni in Russia si sommano quelle indirette provocate dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il made in Italy. Il rischio riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu.


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