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Lavoro lunedì 06 luglio 2020 ore 17:30

Ristorazione, 22mila imprese toscane a rischio di saltare

Bar e ristoranti in crisi per l'emergenza epidemia. Cursano (Fipe Confcommercio): "Taglio delle tasse e delle tariffe locali, altrimenti solo macerie"



TOSCANA — Il settore della ristorazione, insieme a quello del turismo in generale, continua a subire in maniera molto dura i danni economici dell’emergenza sanitaria. A lanciare un nuovo0 allarme, in termini sempre più preoccupati, è il presidiente della Federazione italiana Pubblici Esercizi-Confcommercio Toscana Aldo Cursano.

In Toscana i numeri del settore parlano chiaro: un esercito di 22mila imprese e di oltre 53mila dipendenti, dei quali 19mila impiegati negli oltre 1.800 bar e ristoranti di Firenze e dintorni. Un sistema che, fra assenza di turisti e i consumi in picchiata - rischia di saltare "gettando macerie sull’occupazione e sulla vivibilità delle nostre città” spiega Cursano.

“Da subito, dai primi giorni del lockdown, la nostra federazione si è mossa per ottenere dalle istituzioni aiuti e strumenti nuovi per sopravvivere e ripartire - ricorda Cursano - e devo dire che la Toscana ci ha ascoltato: è stata la prima Regione italiana, per esempio, a darci la possibilità di vendere per asporto. Poi abbiamo lavorato molto perché le nostre aziende innovassero il modo di stare al pubblico: presenza su social e web, prenotazioni on line, menù digitali, consegne a domicilio erano e restano frontiere nuove da esplorare, Covid-19 o meno”.

“Ma è un fatto che purtroppo la ristorazione ha subito una battuta d’arresto che non ci voleva - prosegue Cursano - Era tra i settori più brillanti dell’economia toscana, con il +18% di imprese negli ultimi dieci anni, dal 2010 al 2019. Adesso le aziende lamentano cali di fatturato del 40%, con punte fino ad oltre il 90% in settori come il catering e i banchetti, praticamente fermi da febbraio visto che sia i congressi sia le cerimonie sono state annullate, e dove ancora piovono disdette perfino per l’autunno”.

Di qui una serie di richieste di Fipe Confcommercio alle istituzioni toscane, a partire dal taglio delle tasse e delle tariffe locali, liquidità a fondo perduto, sostegno per l’occupazione e per l’innovazione.

"Il Covid-19 ci ha messo di fronte ai limiti di certi modelli di sviluppo, per esempio nelle nostre città i residenti sono stati allontanati dal centro storico per fare spazio solo ai turisti - conclude Cursano - Così, senza turisti, le imprese rischiano la morte. Dobbiamo cogliere al volo questa occasione drammatica per ritrovare un modello di vita più equilibrato e aiutare le imprese ad essere più smart e a costruire un’accoglienza sempre più efficiente. Altrimenti, questa crisi non sarà servita a nulla”.


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