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Attualità lunedì 19 giugno 2017 ore 22:08
Consip, Marroni verso l'addio convoca l'assemblea
L'organo nominerà i nuovi vertici dopo le dimissioni di 2 membri del cda, fra cui Luigi Ferrara, indagato per false dichiarazioni. In Senato 6 mozioni
ROMA — L'amministratore delegato Luigi Marroni ha convocato per martedì 27 giugno l'assemblea dei soci della Consip, la centrale acquisti del Ministero dell'economia. Obiettivo: nominare il nuovo consiglio di amministrazione dopo che quello vecchio è decaduto sabato scorso per le dimissioni presentate da due membri su tre, la consigliera Marialaura Ferrigno e il presidente Luigi Ferrara, accusato di aver reso false dichiarazioni agli inquirenti della procura di Roma che indagano su episodi di corruzione e turbativa d'asta negli appalti banditi dall'ente e sulle fughe di notizie che da mesi ostacolano l'attività degli investigatori.
Dagli uffici della procura niente è emerso su quanto dichiarato da Ferrara durante l'interrogatorio di venerdì scorso. Certo è che l'ex presidente Consip, ascoltato fino a quel momento solo come testimone, dopo l'interrogatorio è stato iscritto nel registro degli indagati per aver reso false informazioni ai pm e quindi deve aver ritrattato tutto o in parte quel che ha raccontato mesi fa agli investigatori della procura di Napoli. Ovvero di aver riferito all'ad Marroni quel che il comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette, nel corso dell'estate 2016, gli aveva detto in via confidenziale: ovvero di "stare attento" all'imprenditore Alfredo Romeo, poi finito in carcere per corruzione nell'ambito delle stesse indagini (vedi articoli collegati).
Marroni invece, principale testimone dell'inchiesta e accusatore numero uno di altri indagati eccellenti come il ministro dello sport Luca Lotti, accusato di rivelazione di segreto d'ufficio, e il padre del segretario del Pd Matteo Renzi, Tiziano, accusato di traffico di influenze illecite, pochi giorni fa avrebbe confermato ai pm romani tutte le dichiarazioni rese nel dicembre scorso. E probabilmente, nonostante le dimissioni dei colleghi, resterà in carica come amministratore delegato fino al giorno dell'assemblea dei soci, come confermato dai pareri di due autorevoli giuristi interpellati dai senatori del gruppo Idea in vista di domani, 20 giugno.
Alle 11 in punto inizierà una giornata cruciale, dal punto di vista politico. L'inchiesta Consip sbarcherà sui banchi del Senato attraverso ben sei mozioni presentate da varie forze politiche per chiedere l'azzeramento dei vertici dell'ente oppure le dimissioni dello stesso Lotti. E la decadenza del vecchio consiglio di amministrazione, chiesta e ottenuta dal ministro Padoan a tre giorni dall'approdo in Aula delle mozioni, potrebbe non aver scongiurato votazioni ad alto rischio per il governo e per il Pd.
Nei mesi scorsi, nonostante il clamore mediatico intorno all'inchiesta sugli appalti, l'esecutivo Gentiloni e il partito di Matteo Renzi hanno confermato la fiducia sia a Marroni che a Lotti. Visto che il primo è l'accusatore del secondo che a sua volta respinge ogni addebito, è matematicamente impossibile che entrambi dicano le verità. Una pesante contraddizione di cui domani le forze di opposizione vogliono chiedere conto ai Dem. E poco importa se la poltrona di Marroni è ormai saltata per le dimissioni di qualcun altro.
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