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Attualità domenica 24 aprile 2022 ore 10:42

Lavoro agile diventa stabile ma attenti ai rischi

Sovraccarico, isolamento e desertificazione. Dopo due anni di pandemia milioni di italiani si ritrovano a dover gestire stabilmente il lavoro agile



ROMA — Circa 4,5 milioni di lavoratori continueranno in modo stabile a lavorare da remoto anche dopo la fine della pandemia, è la stima del ministero del Lavoro che ha creato un Osservatorio per contrastare le criticità del lavoro agile "Bisogna fare attenzione che questa modalità di lavoro non determini una dilatazione degli orari di lavoro, una condizione di “isolamento” dei lavoratori o uno “svuotamento” di alcuni centri urbani" ha sottolineato il ministro Andrea Orlando.

I primi a mettere le mani avanti erano stati i sindacati, a causa degli orari di lavoro sballati e dei costi hardware e software a totale carico dei lavoratori, poi si sono aggiunte le associazioni di categoria quando hanno visto ad esempio il drastico calo dei coperti all'ora di pranzo per non parlare dei servizi e dell'indotto che caratterizza le zone degli uffici. Adesso sulla trasformazione di stanze in uffici si sono abbattuti anche i costi energetici con i rincari per luce e riscaldamento.

Non ultimo l'aspetto psicologico. “La pandemia ha notevolmente accentuato una disparità di genere già evidente, determinando un aumento dei casi di mental breakdown nelle donne anche in Toscana. Stanchezza, frustrazione, rabbia, paura e senso di colpa per non riuscire a gestire tutto diventano cause di stress mentale che si scarica sulle donne. Con i ritmi ripetitivi della quotidianità, spesso obbligate allo smartworking, all’assistenza dei figli, anche nei percorsi dad, e alla cura delle attività domestiche e a quella degli anziani familiari, in molte hanno sofferto un crollo fisico e psicologico” lo ha detto il 22 Aprile la presidente dell’Ordine degli psicologi regionale, Maria Antonietta Gulino in occasione della Giornata nazionale per la salute della donna.

Si è insediato nelle scorse ore l’Osservatorio nazionale bilaterale in materia di lavoro agile, presieduto dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e composto da rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori, designati dalle parti firmatarie dello specifico Protocollo sottoscritto il 7 Dicembre scorso che ha individuato le linee di indirizzo per la futura contrattazione collettiva, nazionale e aziendale e ha gettato le basi di un metodo di confronto fra istituzioni pubbliche e parti sociali.

Nella primavera del 2020 l'emergenza sanitaria dovuta all'epidemia di Coronavirus ha svuotato gli uffici, una rivoluzione digitale ha travolto non solo il settore del pubblico impiego ma anche il settore amministrativo delle piccole e grandi aziende, fino ai liberi professionisti.

Il lavoro agile o smart working si è imposto provocando forti reazioni da parte dei sindacati che hanno intravisto l'occasione di sfruttamento: orari dilatati, spese hardware e software a carico dei dipendenti.

Cosa farà l'Osservatorio? Dovrà monitorare l’evoluzione del lavoro agile con riferimento ai suoi risultati, lo sviluppo della contrattazione collettiva sul tema e l’andamento delle linee di indirizzo contenute nel Protocollo di dicembre scorso, nonché i possibili sviluppi con riferimento sia a eventuali novità normative, sia alla crescente evoluzione tecnologica e digitale.

Il ministro ha spiegato “Il lavoro agile è in evoluzione e per questo è necessario accompagnare l’azione legislativa che si trova ad affrontare scenari nuovi. Con il Protocollo di dicembre pensiamo di aver fornito un utile strumento di orientamento per il lavoro che anche il Parlamento sarà chiamato a fare. I dati che stanno emergendo stimano che circa 4,5 milioni di lavoratori continueranno in modo stabile a lavorare da remoto, anche dopo la fine della pandemia. Il lavoro agile può contribuire a migliorare le condizioni di vita del lavoratore, ridurre l’inquinamento, la congestione dei centri urbani e contribuire al risparmio energetico; ma al tempo stesso bisogna fare attenzione che questa modalità di lavoro non determini una dilatazione degli orari di lavoro, una condizione di “isolamento” dei lavoratori o uno “svuotamento” di alcuni centri urbani. L’attuale disciplina del lavoro agile emergenziale prorogata fino al 30 Giugno 2022 prevede già una modalità semplificata per le comunicazioni obbligatorie, ma è ora necessario procedere con l’obiettivo di rendere strutturale il meccanismo di semplificazione; per questo il nostro Ministero si è fatto promotore, nei confronti del Governo e del Parlamento, della proposta di introdurre una semplificazione a regime delle modalità di comunicazione del ricorso al lavoro agile”.


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