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Cronaca venerdì 12 maggio 2017 ore 17:38

Scafarto e il cessato allarme 007 per la Consip

Il carabiniere indagato nell'inchiesta sugli appalti aveva riferito ai pm di Napoli che il presunto interessamento dei servizi segreti era infondato



ROMA — Nuove rivelazioni sulle risposte date dal capitano Giampaolo Scafarto ai pm titolari dell'inchiesta sugli appalti Consip durante l'interrogatorio del 10 maggio scorso (vedi articoli collegati, ndr). Scafarto, indagato per falso ideologico e materiale per aver riportato notizie errate o non corrispondenti al vero nelle informative preparate per gli stessi pm, ha fornito spiegazioni anche in merito al presunto interessamento dei servizi segreti all'inchiesta riportato nei suoi rapporti. In pratica anche in questo caso si sarebbe trattato di un errore commesso senza intenzione di dolo.

"Del cessato allarme sulla presunta presenza di un personaggi legati ai servizi segreti durante l'inchiesta sugli appalti Consip - ha dichiarato Scafarto - la procura di Napoli fu immediatamente avvertita".

Il capitano ha raccontato che il 18 ottobre 2016, durante alcuni controlli effettuati negli uffici dell'unico arrestato per corruzione nell'inchiesta, l'imprenditore Alfredo Romeo, i carabinieri del Noe notarono alcune persone sospette e un suv che poteva essere dotato di telecamere.

Il conducente del suv fu pedinato e alla fine risultò del tutto estraneo ai servizi segreti. Due colleghi di Scafarto chiesero allora al capitano se dovevano inserire nelle informative l'episodio e Scafarto rispose loro che avrebbe provveduto lui stesso a "espungere la circostanza perchè irrilevante". Alla fine però dall'informativa sparì il riferimento all'uomo del Suv ma rimase l'indicazione delle persone sospette. Proprio quello che i pm romani contestano a Scafarto: a loro avviso, la mancata menzione del suv e del suo autista ha rappresentato "la sottrazione significativa di elementi di valutazione".

Sulla vicenda oggi è intervenuto anche l'avvocato di Tiziano Renzi, Federico Bagattini. Renzi, padre del segretario del Pd, è indagato per traffico di influenze illecite nella stessa inchiesta e alcuni degli errori commessi da Scafarto nella redazione delle informative riguardano proprio la sua posizione (vedi articoli collegati).

"Quanto sta emergendo richiama tutti a una serie riflessione - ha detto l'avvocato Bagattini - Si sta parlando di errori enormi rispetto ai quali non c'è stata, finora, alcuna presa di distanza da parte di chi ha dato tanta fiducia all'inquirente".


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