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Attualità mercoledì 31 marzo 2021 ore 21:00

Covid, approvato il nuovo decreto, niente zone gialle in Aprile

Mario Draghi
Mario Draghi

Sarà in vigore dal 7 alla fine del mese. Solo asporto per bar e ristoranti, chiusi impianti sportivi, cinema e teatri. Chi sarà obbligato a vaccinarsi



ROMA — Niente zone gialle in Italia fino al 30 Aprile ma solo regioni in zona arancione o rossa, con tutte le restrizioni anti-Covid conseguenti: solo asporto per bar e ristoranti, piscine e palestre chiuse, teatri e cinema sbarrati.

Lo ha deciso il governo Draghi varando il nuovo decreto che sarà in vigore dal 7 fino al 30 Aprile, improntato alla massima prudenza nonostante le sollecitazioni di alcune forze di governo. Vediamo i provvedimenti principali.

Visto che tutta l'Italia sarà in zona rossa o arancione, su richiesta della Lega è stata inserita nel testo la possibilità di una verifica per l'eventuale adozione da parte del governo di deroghe alle restrizioni nelle regioni dove i dati sull'epidemia lo consentono o la campagna vaccinale è in fase avanzata, come l'istituzione della zona gialla o la riapertura anticipata di alcune attività.

Resta il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino e il divieto di spostamento fra le regioni. Niente visite a parenti o amici in zona rossa e una sola visita al giorno consentita in quella arancione, rimanendo all'interno del territorio comunale e muovendosi in 2 più i figli con meno di 14 anni.

Come vi avevamo preannunciato, nel decreto si dispone che in zona rossa vengano comunque garantite le lezioni in presenza agli alunni delle scuole dell'infanzia, delle elementari e delle prime medie. In zona arancione è invece prevista la didattica in presenza fino alla terza media e dal 50% al 75% degli studenti delle scuole superiori. Un'altra novità è che i presidenti delle Regioni non potranno emanare eventuali misure più restrittive per le scuole: niente chiusure localizzate insomma.

Il decreto istituisce la vaccinazione anti-Covid obbligatoria per tutto il personale delle strutture sanitarie, delle residenze sanitarie assistite pubbliche e private, delle farmacie, delle parafarmacie e degli studi medici professionali, amministrativi compresi. In caso di rifiuto, scatta l'assegnazione a mansioni diverse, anche di livello inferiore. Il provvedimento può essere revocato se il dipendente che ha inizialmente rifiutato il vaccino accetta la somministrazione, alla conclusione della campagna vaccinale nazionale e non oltre il 31 Dicembre 2021.

Si prevede anche che i vaccinatori, nel caso che una persona da loro vaccinata manifesti reazioni avverse al siero, non debbano rispondere del reato di omicidio o di lesioni personali a condizione che abbiano effettuato la somministrazione seguendo le procedura e le regole stabilite dalle autorità sanitarie.


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