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Attualità domenica 14 febbraio 2021 ore 18:40

"Io, toscano in Brasile, vi racconto la pandemia"

Roberto Smeraldi
Roberto Smeraldi

L'ex consigliere regionale toscano Roberto Smeraldi racconta l'emergenza in Brasile, nei giorni in cui l'Italia ha conosciuto la pericolosa variante



SAN PAOLO DEL BRASILE — L'ultima settimana ha visto la Toscana fare i conti con la temuta variante brasiliana dell'epidemia di Sars-Cov-2 che ha provocato misure restrittive eccezionali con la zona rossa nel Comune di Chiusi. Il Brasile è finito sotto la lente di ingrandimento internazionale dopo il blocco dei voli che ha impedito il rimpatrio di circa 1.500 italiani che si sono rivolti all'Ambasciata e al ministero degli Esteri.

Ma sono molti i connazionali residenti in Brasile, tra loro c'è anche Roberto Smeraldi che racconta a ToscanaMedia QUInews come ha vissuto e sta vivendo l'emergenza sanitaria nel Sudamerica. Smeraldi, nato a Firenze nel 1960, nel 1989 ha ricoperto il ruolo di consigliere regionale in Toscana dove è stato capogruppo della Lista Verdi dopo essere subentrato ad Enrico Falqui, eletto al Parlamento europeo. 

Negli anni '90 Smeraldi è arrivato in Brasile guidato dalla passione per l'ambiente, qui si è occupato della deforestazione dell'Amazzonia per poi coniugare buone pratiche e qualità enogastronomica seguendo l'amore per la cucina. 

Dopo avere lasciato la Toscana e l'Italia come ha trascorso la sua vita in Brasile?

"Scrivo, ricerco e cucino. Per 30 anni ho diretto programmi di sostenibilità in Amazzonia, con l'organizzazione Amici della Terra ed altre ONG. Ho una rubrica di gastronomia sul principale giornale di San Paolo. Sviluppo prodotti a partire dalla biodiversità. Adesso nella pandemia ho dovuto chiudere il mio spazio gastronomico ed ho creato una linea di prodotti artigianali con carni con certificato di sostenibilità".

Come ha vissuto e sta vivendo l'emergenza?

"Sono in regime di quarantena da 11 mesi, a São Paulo. Niente viaggi, niente vita sociale. Lavoro in parte in home office e in parte alla mia cucina, solo con una collaboratrice che conduce una vita controllata".

Ha riscontrato differenze nella gestione sanitaria dell'epidemia di Covid-19 tra l'Italia e il Brasile?

"Direi che la differenza qui sta nel fatto che abbiamo un presidente negazionista, per cui il governo federale ha cercato di evitare qualsiasi restrizione, di impedire sviluppo e importazione di vaccini, ed anche di vendere medicine irrilevanti come ivermectina e clorochina, spendendo risorse pubbliche per questo... quindi quello che abbiamo avuto sono restrizioni e tentativi di importare vaccini da parte dei governi statali, per esempio quello di São Paulo che è stato molto attivo. Ma i segnali contrastanti dati alla popolazione hanno fatto sì che si sia perso il controllo e così abbiamo oggi ancora una situazione molto grave, con oltre mille morti al giorno".

Ha percepito un pericolo a livello sociale dato dalla crisi economica collegata al contagio?

"Paradossalmente, le persone che vivono in povertà estrema hanno forse migliorato la loro condizione, almeno momentaneamente, per il sussidio mensile dato per decisione del parlamento a partire da Maggio 2020. Ma adesso è finito, si parla di riprenderlo il prossimo mese ma ancora non si sa. Si sono però aggiunte molte persone che sono in situazione di vulnerabilità perché hanno perso il lavoro e sono passate a vivere col sussidio. Siamo in una situazione di dipendenza totale da spese pubbliche insostenibili per evitare il caos sociale, e la nostra economia si riprenderà con molto ritardo rispetto alle altre, per il nostro ritardo nel comprare vaccini".

Ha mai pensato in questi mesi di rientrare in Toscana?

"Devo dire che verso Settembre, quando sembrava che la situazione potesse migliorare, ho pensato che avrei potuto fare una visita familiare a Dicembre ma poi la situazione è peggiorata di nuovo e non avrei potuto nemmeno incontrare mia madre senza prima fare 14 giorni di quarantena, per cui ho dovuto rinunciare... Adesso non si può proprio viaggiare".


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