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Cultura venerdì 21 aprile 2023 ore 19:20

Scoperto a Firenze il più antico Cantico di San Francesco

Il manoscritto oggetto della scoperta
Il manoscritto oggetto della scoperta
Foto di: Unife.it

Sembrava una nota a margine tra le pagine del manoscritto del XIII secolo. No: era l'opera antecedente al celeberrimo Cantico di frate Sole



FIRENZE — Sembrava una nota a margine, un comune appunto scritto in latino tra le pagine di un manoscritto del XIII secolo custodito nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze ma proveniente dall’antica biblioteca del convento francescano di Santa Croce a Firenze. Invece no: quella nella prima carta del codice Pluteo 22 dex. 3 si è rivelata essere la più antica e completa versione mai ritrovata dell’Esortazione alla lode di Dio, opera di San Francesco d’Assisi che anticipa il celeberrimo Cantico di frate Sole.

A dare notizia della clamorosa scoperta è l'università di Ferrara attraverso il suo sito. Sì perché essa si deve a una dottoranda in Paleografia di quell'ateneo, la dottoressa Roberta Iannetti, e al suo supervisore professor Sandro Bertelli del dipartimento di studi umanistici.

L'attività di ricerca si inquadra nel progetto di ricerca Prin 2017 "Libri e lettori a Firenze dal XIII al XV secolo: la Biblioteca di Santa Croce" che coinvolge oltre all'Università di Ferrara, anche gli Atenei di Roma Tre e l’Alma Mater Studiorum di Bologna.

La versione laurenziana del Cantico del Santo d'Assisi identificata da Unife si compone di 17 versetti, per la maggior parte citazioni dalla Bibbia. L’Exhortatio - finora conosciuta soltanto grazie a due fonti tarde - sarebbe stato composto per accompagnare una rappresentazione pittorica delle creature, e vergato personalmente dal Santo sulla tavola.

Iannetti e Bertelli ne spiegano le peculiarità: “I versetti in più della versione laurenziana sono ben 5: due, in chiusura, sono benedizioni; un altro – Qui fecit nos laudate Dominum – si inserisce nel lungo elenco di esortazioni alla lode modellate su passi biblici".

"Il primo e il terzo sembrano invece riferirsi direttamente alle circostanze di composizione del testo e al gruppo dei frati intorno a Francesco. Uno si rivolge a 'tutti i frati con cappucci', offrendoci una testimonianza precoce dell'abito voluto dal Santo di Assisi per sé e per i suoi compagni".

Ancora: "L’altro, infine, esorta alla lode di Dio tutti coloro che 'guardano questa tavola'. Il riferimento è del tutto peculiare e sembra confermare quanto già raccontavano le due testimonianze più tarde: l’Exhortatio fu scritta da Francesco su una tavola dipinta (un ‘antependio’) posta sulla fronte di un altare di una cappella dedicata alla Vergine, da identificarsi con l’eremo di Cesi in provincia di Terni".


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