Attualità martedì 02 dicembre 2025 ore 16:30
Scuola, la Toscana sospende gli accorpamenti

La delibera della giunta in attesa dell'esito del ricorso al Presidente della Repubblica. Giani e Nardini:“Il governo torni indietro su questa scelta"
TOSCANA — In attesa dell'esito del ricorso al Presidente della Repubblica, la Regione Toscana, con una delibera della giunta, ha sospeso in via cautelativa gli accorpamenti scolastici, lasciando al momento invariato il numero degli istituti scolastici autonomi attualmente presenti sul territorio: oggi sono 466. Con i 16 accorpamenti chiesti dal Ministero per l’anno scolastico 2026/2027, diventerebbero 450: 4 accorpamenti nella provincia di Lucca, 3 in quelle di Massa Carrara e di Pistoia, 2 per la Città Metropolitana di Firenze e altrettante per la Provincia di Grosseto e per la Provincia di Siena.
Sul piano formale, la delibera approvata ieri definisce i 16 accorpamenti, ma allo stesso tempo ne dispone la sospensione in via cautelativa per “gravi motivi” come consentito dalle norme sulla disciplina del procedimento amministrativo. Una scelta dettata dalle stesse motivazioni del ricorso: ovvero il criterio adottato per la definizione del numero di autonomie scolastiche da ridurre, basato sulla stima della popolazione scolastica e non sull’entità effettiva così come comunicata nei mesi scorsi dall’Ufficio Scolastico Regionale. Il decreto calcola una popolazione di 428.679 studenti, ma i dati dell’Ufficio scolastico regionale della Toscana aggiornati a maggio scorso, parlerebbero di 436.671 alunni iscritti.
“Continuiamo a tenere un atteggiamento di profondo rispetto delle istituzioni -hanno sottolineato in conferenza stampa il presidente Eugenio Giani e l’assessora all’istruzione Alessandra Nardini-e per questo procediamo con la definizione degli accorpamenti richiesti, ma prima di adottare definitivamente scelte che, incidendo sulla funzionalità del sistema scolastico, possono rivelarsi inopportune e creare traumi nei territori siamo determinati ad avere chiarimenti su questo punto cruciale".
“I precedenti provvedimenti dell’esecutivo in materia, come la Legge di bilancio 2023 contenente la disciplina di riforma dell’organizzazione scolastica, - ricorda Giani - riconoscevano la necessità di procedere a un dimensionamento della rete facendo riferimento alla reale popolazione scolastica”.
“Chiediamo - conclude Nardini - che il governo torni indietro su questa scelta".
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