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Attualità venerdì 31 ottobre 2025 ore 11:30

Scuola, in Toscana decisi 16 accorpamenti

aula vuota

Dopo un primo stop, la giunta regionale ha deliberato la nuova geografia degli istituti scolastici secondo il loro dimensionamento. Ecco la mappa



TOSCANA — Sono 16 gli accorpamenti scolastici decisi per la Toscana: 2 nella città metropolitana di Firenze, 4 nella provincia di Lucca, 3 in quelle di Pistoia e di Massa-Carrara, di nuovo 2 in quelle di Grosseto e di Siena. La decisione che apre la via a una riconfigurazione della geografia scolastica regionale è stata presa nell'ultima seduta della giunta toscana, lunedì scorso, con delibera 1553 e relativi allegati AB (gli atti sono disponibili anche qui in coda all'articolo).

La mossa ha preso in contropiede la comunità scolastica, perché giunge dopo un primo stop regionale al ridimensionamento degli istituti imposto a livello ministeriale.

I sindacati sono sul piede di guerra, e Cgil annuncia battaglia sul nuovo provvedimento: "Procedere ad accorpamenti così numerosi, in una regione che negli anni scorsi ha fatto molti dimensionamenti, creerebbe degli istituti troppo grandi e difficilmente gestibili, con meno personale in un periodo di taglio del turn-over, riduzione delle assunzioni e dei fondi scolastici, con la chiusura di plessi nei centri periferici".

"Per questi motivi - prosegue l'organizzazione sindacale in una nota - facendo propria l’esigenza di delegati sindacali, docenti, personale Ata, studenti e famiglie che in questi anni si sono mobilitati a difesa delle scuole del territorio, la Flc Cgil è pronta a organizzare una mobilitazione con tutto il mondo della scuola per chiedere al governo di ritirare il piano degli accorpamenti e alla Regione Toscana di fare un passo indietro sulla delibera".

Accorpamenti sì o no: la storia

La questione del dimensionamento scolastico arriva da lontano, e pareva accantonata mentre adesso torna d'attualità. Era il 2023 quando con la legge di bilancio il governo impose alle Regioni di procedere all'accorpamento forzoso delle scuole con meno di 400 alunni nelle aree periferiche o 600 nei centri principali. 

L'obiettivo era quello di ottimizzare e razionalizzare la spesa per l'istruzione pubblica: il taglio lineare indotto dalla decisione ministeriale era stato stimato a livello nazionale in circa 5,3 miliardi di euro, con conseguenti ripercussioni sulle piante organiche del personale docente e non docente, oltre che dirigenziale.

La Regione Toscana a quel punto aveva presentato un primo ricorso alla Corte costituzionale, bocciato nel Novembre 2023, e poi un altro ricorso al Tar Lazio, istanza rigettata anche in quel caso. A fronte di tutto ciò, però, il Ministero aveva ridotto le scuole da accorpare nel primo anno in Toscana da 15 a 4.

Lo scorso anno la Regione aveva deciso di sospendere il dimensionamento scolastico. "Anche questo anno, con la delibera del 29 Settembre scorso, la Regione Toscana aveva deciso di non accorpare, in attesa dell’esito di un nuovo ricorso alla Corte costituzionale", ricostruisce Cgil.

Il ministero però ha contrattaccato. La delibera regionale in questione spiega che con una comunicazione del 14 Ottobre scorso ha fatto sapere che: "La mancata realizzazione degli obiettivi previsti dal decreto interministeriale n. 124 del 30/06/2025 in termini di numero di accorpamenti/fusioni potrebbe determinare, secondo le indicazioni ministeriali, un possibile danno erariale da recuperare in termini di risorse assegnate all’ente regione, anche su diverse fonti di finanziamento".

Ecco dunque che la Regione ha provveduto ad allinearsi al dettato normativo nazionale procedendo agli accorpamenti.


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