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Lavoro venerdì 31 gennaio 2025 ore 18:50
Svolta Beko, lo spettro chiusura è più lontano

I circa 300 lavoratori impiegati dalla multinazionale in Toscana tirano un sospiro di sollievo dopo il congelamento degli esuberi
SIENA — Svolta nella vertenza Beko Europe, la multinazionale specializzata in produzione degli elettrodomestici che in Toscana ha uno stabilimento a Siena che occupa circa 300 dipendenti: dopo avere annunciato la chiusura entro il 2025 con relativi esuberi, ieri al tavolo ministeriale è emersa la volontà di congelare la procedura riaggiornando il piano.
In pratica, il gruppo intende comunque cessare la produzione a Siena come a Comunanza e Fabriano in provincia di Ancona e a Cassinetta nel Varesotto, ma in tempi più lunghi che consentiranno anche di aprire spiragli di trattativa. Per lo stabilimento senese la proiezione futura sarebbe di tre anni.
La notizia non è di poco conto, dal momento che in tutto la decisione coinvolge 1.935 lavoratori in tutta Italia, fra cui appunto i 300 toscani.
Il tavolo ministeriale
L'incontro di ieri si è svolto al ministero delle Imprese e del Made in Italy, coordinato dal ministro Adolfo Urso e alla presenza di Mehmet Ragip Balcioglu, presidente e amministratore delegato di Beko Europe, e delle segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm e Uglm. Vi ha preso parte, per la Toscana, il consigliere per le crisi aziendali del presidente della Regione Eugenio Giani, Valerio Fabiani.
"Si apre, spero, una nuova fase della vertenza Beko. La disponibilità dell’azienda a iniziare un confronto su un nuovo piano industriale, senza aprire la procedura di chiusura o di licenziamento, permette di iniziare finalmente un vero confronto. Ora occorre che l’azienda cominci a dare concretezza alla disponibilità annunciata in questo incontro; da parte nostra auspichiamo anche che la scelta dell'azienda di disimpegnarsi, in prospettiva, su Siena, possa essere modificata al tavolo della trattativa”, ha affermato Giani.
"Dobbiamo fare tutto il possibile perché questa azienda possa essere rilanciata e per salvaguardare il lavoro ai 300 dipendenti dello stabilimento senese”, ha aggiunto.
“Proprio per sottolineare l’impegno a guardare avanti – ha commentato Fabiani – abbiamo confermato la disponibilità ad accompagnare questo percorso attraverso il piano straordinario per la formazione dei dipendenti che la Regione ha messo in campo, d’intesa con i sindacati, e che può arrivare fino a 3.000 euro a lavoratore o lavoratrice coinvolti”.
“Inoltre – ha dichiarato - ci siamo messi al lavoro sul tema dell’immobile anche interagendo con la proprietà, consapevoli che è uno dei problemi del nostro sito”.
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