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Attualità mercoledì 05 giugno 2024 ore 18:30
Diabete, identificati nuovi biomarcatori

La scoperta di un team di ricercatori dell’Università di Siena per il trattamento personalizzato del diabete mellito di tipo 1
SIENA — Un team di ricercatori dell'Università di Siena ha identificato nuovi biomarcatori per il trattamento personalizzato del diabete mellito di tipo 1. La scoperta, pubblicata su Cell Reports Medicine, apre la strada a nuove possibili strategie di trattamento ed è il risultato di uno studio finanziato dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
In particolare, i ricercatori senesi hanno individuato un gruppo di microRna circolanti che potrebbero diventare preziosi strumenti diagnostici e prognostici per la malattia.
“I microRNA - commenta il professor Guido Sebastiani, associato di Medicina di Laboratorio all’Università di Siena e primo autore dello studio - sono piccole molecole di Rna che regolano molti processi biologici, collegate all'insorgenza e alla progressione del diabete mellito di tipo 1. In questo lavoro abbiamo analizzato i microRNA presenti nel sangue di un ampio gruppo di persone affette da questa malattia, rivelando un insieme di microRNA derivanti da una specifica regione del cromosoma 14, nota come 14q32, e che è anche associata al rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 1”.
Questi microRNA hanno permesso di identificare due sottogruppi di persone con diabete mellito di tipo 1, chiamati Cluster A e Cluster B. Analisi successive su un altro gruppo di persone con diabete mellito di tipo 1 hanno confermato questa distinzione. In particolare, le persone appartenenti al Cluster B, che presentano un'espressione aumentata di un gruppo specifico di microRNA, mostrano un miglior controllo della glicemia e un profilo immunologico del sangue diverso.
"La ricerca - ha aggiunto il professor Francesco Dotta che ha guidato il team di ricerca- ha identificato potenziali biomarcatori che potrebbero cambiare il modo in cui comprendiamo e trattiamo il diabete di tipo 1. Questa scoperta, unita all’evidenza che anche il diabete mellito di tipo 1 è una malattia eterogenea, offre speranza per terapie più mirate e personalizzate e quindi per un migliore trattamento della malattia nel prossimo futuro. Sottolineo inoltre che, a oltre un secolo dalla scoperta dell’insulina, a oggi l’unica terapia possibile nei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 1, si stanno finalmente sviluppando strategie terapeutiche mirate a proteggere le cellule beta del pancreas, bloccando quelle cellule del sistema immunitario responsabili della comparsa della malattia”.
Un primo farmaco, un anticorpo monoclonale diretto contro i linfociti T, è già stato approvato dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti. "In questo contesto, attraverso un approccio di medicina personalizzata - spiega una nota dell'ateneo- specifici microRNA circolanti possono rappresentare degli ottimi candidati per identificare quei sottogruppi di pazienti da trattare con la strategia terapeutica più adatta".
"La scoperta del gruppo di ricerca dell’Ateneo di Siena - conclude l'università -suggerisce che i microRna circolanti possono essere misurati tramite un semplice prelievo di sangue periferico, in modo da identificare due sottogruppi distinti di individui con diabete mellito di tipo 1, ciascuno con caratteristiche immunologiche e cliniche specifiche. Da qui possono derivare nuove strategie di trattamento personalizzate, migliorando sia la diagnosi che la gestione della malattia".
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