Attualità martedì 09 settembre 2014 ore 11:42
Falso brunello, scoperta maxi frode a Montalcino
Sequestrati 160.000 litri di vino scadente venduto come Brunello doc da un enologo che ha raggirato i produttori e falsificato la banca dati regionale
SIENA — L'inchiesta è stata portata avanti dalle Fiamme gialle in collaborazione con con l'ispettorato repressione frodi del Ministero delle politiche agricole.
Il valore del vino sequestrato, oltre 220.000 bottiglie di falso brunello e rosso di Montancino, di annate comprese fra il 2008 e il 2013, avrebbe garantito all'enologo guadagni per 5 milioni di euro attraverso due società fittizie a lui riconducibili.
L'enologo, molto conosciuto e apprezzato nella zona di Montalcino dove forniva consulenze tecniche, avrebbe raggirato una decina di aziende agricole, tutte di piccole dimensioni, facendosi consegnare dagli ignari produttori documenti per l'attestazione della docg (denominazione di origine controllata e garantita) e centinaia di contrassegni di stato (la Finanza ne ha sequestrati 2.350).
Dal 2011 al 2013, sfruttando questa documentazione, è quindi riuscito a commercializzare quantità enormi di vino scadente spacciandolo come brunello o rosso di montalcino doc.
A supporto della frode l'enologo, molto esperto in informatica, è riuscito anche a inserire dati falsi nella banca dati di Artea, l'agenzia regionale, riguardanti vendemmie, garanzie contabili, dichiarazioni di produzione e cessioni di vino sfuso.
La frode era programmata sull'arco di molti anni: non a caso il professionista acquistava spesso vino e partite di uva 'in nero' per poi cederle alle cantine per la vinificazione e l'invecchiamento in botte con l'obiettivo di immetterlo sul mercato anche dopo qualche anno, nel momento in cui i prezzi fossero stati piu' vantaggiosi.
L'enologo è riuscito a entrare anche nel sistema di home banking di due imprenditori per trasferire tramite i loro conti bancari denaro all'estero. In uno di questi tentativi l'uomo ha cercato di portar via dai conti di uno dei committenti 350.000 euro.
A carico dell'enologo ci sono le accuse di frode in commercio, accesso abusivo al sistema informatico, appropriazione indebita aggrava e continuata e falso. L'autorità giudiziaria gli ha imposto il divieto di dimora a Montalcino e sequestrato 350.000 euro depositati sui suoi conti correnti.
Le indagini della Finanza proseguono le indagini per individuare altre persone che, a vario titolo, hanno preso parte alla frode svolgendo funzioni diverse, dalla produzione del vino fino alla sua commercializzazione.
Il governatore della Toscana Enrico Rossi ha annunciato che si costituirà parte civile nel processo a carico degli autori della frode.
"Voglio ringraziare la Guardia di Finanza e le forze dell'ordine per aver scoperto questa gravissima truffa ai danni di uno dei brand che più caratterizza la Toscana e l'Italia nel Paese nel mondo - ha dichiarato Rossi - Con la costituzione di parte civile vogliamo dare un segnale inequivocabile che stiamo dalla parte degli imprenditori per bene, dalla parte della legalità e della trasparenza''.
Costituzione di parte civile anche il Consorzio del Brunello. ''Ricorreremo a tutti gli strumenti necessari per colpire simili comportamenti - ha garantito il presidente Fabrizio Bindocci - E soprattutto coloro che sul territorio avessero condotto gravi irregolarità''.
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