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Attualità lunedì 25 luglio 2022 ore 18:50

Incendi, gli agricoltori invocano lo stato di calamità

L'incendio di un campo di grano
L'incendio di un campo di grano (Foto d'archivio)

La siccità ha decimato i raccolti e il fuoco ha divorato quanto rimaneva. Grido di dolore dalle imprese agricole toscane. Sete negli allevamenti



TOSCANA — Prima la siccità che ha tagliato del 30% le produzioni agricole, poi gli incendi che hanno divorato buona parte di quanto rimaneva soprattutto in Versilia, dove il rogo dei giorni scorsi ha incenerito 900 ettari tra boschi e colture, e adesso in Maremma dove preoccupa la situazione a Cinigiano. Così gli agricoltori di Coldiretti Toscana invocano lo stato di calamità naturale e chiedono alla Regione, alla vicepresidente Stefania Saccardi, di attivare le procedure necessarie in questo senso.

In particolare la richiesta del presidente regionale dell'associazione Fabrizio Filippi è di “verificare l’opportunità di aprire la procedura relativa alla calamità naturale, mediante la segnalazione ad Artea, così come fatto per la siccità, per i territori interessati da questi eventi straordinari a partire dal mese di Luglio”.

Sì perché, ricordano gli agricoltori, non bruciano solo i boschi ma anche le colture, con le imprese agricole già fiaccate dalla congiuntura internazionale coi rincari delle materie prime e dell'energia, oltre che dalla siccità record per la quale si torna a caldeggiare il piano invasi presentato insieme ad Anbi.

E se da parte di Fedagripesca ConfcooperativeToscana si spinge per un piano di tutela dei boschi, da Arezzo la Confederazione italiana agricoltori (Cia) oggi mette l'accento sui danni che la siccità provoca negli allevamenti, con gli animali assetati: “I ventilatori e i nebulizzatori per attenuare lo stress creato dalle alte temperature e portare un po’ di refrigerio nelle stalle e nei pollai non bastano. Serve l’acqua", afferma il direttore Cia Massimiliano Dindalini.

Tornando agli incendi ogni rogo, stima Coldiretti Toscana, costa ai cittadini oltre 10.000 euro l’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate, prevista in un arco di 15 anni.


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