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Attualità giovedì 22 dicembre 2022 ore 17:40

Laureato e multitasking, identikit del giovane agricoltore

ortaggi

In un dossier si traccia il ritratto degli imprenditori agricoli toscani con meno di 40 anni, alla guida di 4.336 realtà aziendali



TOSCANA — Laureati, multitasking, con voglia di esplorare nuove soluzioni e un talento per fare rete: è l'identikit dei nuovi imprenditori agricoli toscani con meno di 40 anni, alla guida di 4.336 aziende che sul territorio regionale rappresentano il 9% del totale e coltivano 75.395 di ettari (13,4%), nel 53% dei casi in affitto, per una superficie media di 11,8 ettari. 

I dati sono frutto di un'elaborazione di Coldiretti Toscana sulla base dati dell’ultimo censimento Istat 2020. Il dossier è stato presentato in occasione dell’assemblea annuale di Giovani Impresa che si è tenuta a Casa Coldiretti, a Porta a Prato a Firenze. 

Fra gli elementi che emergono, la Toscana è la seconda regione italiana (dietro l’Umbria) con la maggior quota di aziende agricole guidate da giovani imprenditori con una età fino a 40 anni laureati o diplomati, il 25,9% contro il 12,4% dei capoazienda con età superiore a 40 anni, e di cui solo l’8% laureato o diplomato in agraria. 

Non solo: sempre la Toscana è seconda dietro alla Provincia Autonoma di Bolzano con la maggior quota di aziende con almeno un’attività connessa (28,4%). Ancora, su 1.230 aziende multifunzionali con capoazienda fino a 40 anni, 808 sono specializzate nell’ospitalità agrituristica, 168 nelle attività conto terzi, 108 producono energia solare, 91 trasformano prodotti vegetali, 46 svolgono attività di fattoria didattica e 38 di agricoltura sociale. 

In un caso su due (52%) le aziende sono condotte da meno di 10 anni ed in un caso su tre (33%) si tratta di aziende nuove, start-up vere e proprie, il cui capitale fondiario non proviene da famigliari o parenti. Nel 46% dei casi il ricambio generazionale avviene invece attraverso il passaggio dei terreni dai famigliari, nel 6% dai parenti e nel 10% da terzi.

"Emerge poi l’attitudine delle imprese agricole toscane a fare almeno un investimento innovativo nel triennio 2018-2020: il 32% contro il 12,4% delle imprese con capoazienda over 40. In oltre metà dei casi - illustra Coldiretti - si tratta di investimenti sulla meccanizzazione poi impianto e semina, concimazione del suolo, lotta fitosanitaria e marketing". 

Le aziende biologiche sono 745 su uno stock di 4.336, 81 gli allevamenti bio. Il 60% è associata ad organizzazioni di produttori o ad una rete di imprese.

Oltre ai dati, nel corso dell'assemblea sono stati presentati i risultati del progetto “Go Tinia” sull’agricoltura di precisione, di cui sono partner del Gruppo Operativo Bonifiche Ferraresi, Università di Firenze ed azienda agricola Bemoccoli e la misura 4.1.1 della Regione Toscana sugli “Investimenti per migliorare la redditività e la competitività delle aziende agricole”.

L'analisi dei dati

Secondo la delegata Giovani Impresa dell'associazione degli agricoltori Francesca Lombardi la chiave è nella multifunzionalità: "Questa attitudine - spiega - nella nostra regione spicca più che altrove a dimostrazione della capacità di sapere raccogliere le opportunità che arrivano dal mercato, di sapere adattarsi a nuove sfide e diversificare le attività. Lo abbiamo visto bene durante il periodo Covid". 

Intanto però negli ultimi 10 anni il 44% dei giovani si è allontanato dalle aree rurali. La ricetta per invertire la tendenza è secondo Lombardi nella disponibilità di risorse.

All’assemblea - moderata dal direttore regionale Coldiretti Angelo Corsetti e aperta dai saluti del presidente regionale Fabrizio Filippi - hanno partecipato Daniel Seghieri (Bonifiche Ferraresi), Stefania Bellini (Regione Toscana), Aldo Galeotti (Area Tecnica Caa Coldiretti Toscana) ed il delegato alle politiche giovani/innovazione della Regione Toscana, Bernard Dika. 

“Voi siete custodi della Toscana", ha detto Dika durante il suo intervento rivolto alla platea. "La Toscana non è solo quella del David, degli Uffizi e delle tante belle cose che abbiamo. La Toscana è quella del Made in Tuscany agroalimentare che permette alla nostra economia di essere forte. Se viene a mancare il vostro lavoro, crolla il sistema sociale ed economico della nostra regione. Il vostro successo è quindi il successo della Toscana”.


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