Attualità giovedì 24 novembre 2022 ore 12:00
Il caro bollette taglia la produzione di Stelle di Natale
La pianta tradizionale delle festività accusa il colpo assestato alle aziende florovivaistiche toscane dalle congiunture economiche ed energetiche
TOSCANA — Rincari energetici con alto impatto sul ciclo di coltivazione, e così quest'anno la produzione delle Stelle di Natale si prepara a un calo del 10-15%. La stima è di Coldiretti Toscana che tuttavia tranquillizza: la pianta simbolo di festa non mancherà nelle case dei toscani.
L’autunno più caldo degli ultimi 70 anni in Toscana ha infatti permesso di ridurre le ore e le temperature di accensione dei riscaldamenti nelle serre, dove sono necessari tra i 15 e i 20 gradi per attivare il processo di crescita e di colorazione delle piante.
Malgrado l’inaspettato aiuto del meteo tuttavia l’incidenza dei costi di produzione, dal concime ai vasi fino alla plastica, resta altissima: oltre il 50% in più rispetto rispetto a un anno fa. Conseguenza: l'incertezza dei costi energetici ha determinato il calo di produzione fino al 15%.
Ma la Toscana è leader nel settore: con la Versilia principale polo produttivo, qui vengono coltivati ogni anno circa 5 milioni di esemplari destinati principalmente al mercato interno. Malgrado rincari e flessione produttiva dunque ci saranno Stelle a disposizione dei toscani.
La pianta bella che fa bene
Anche perché la Stella di Natale oltre ad essere bella fa anche bene all'ambiente domestico. Proprio come il ciclamino, infatti, è un formidabile filtro naturale contro l’inquinamento indoor. A evidenziarlo è stato l’istituto per la bioeconomia del Cnr sulla base di uno studio presentato da Coldiretti Toscana, AssoFloro, Anci e Affi.
La Stella di Natale ha capacità di assorbire la formaldeide presente in colle, solventi, pavimenti, rivestimenti oltre che nelle sigarette, benzene presente nelle vernici e fumo di sigaretta e xilene prodotto da stampanti, fotocopiatrici e computer.
Florovivaismo e costi energetici
“Il florovivaismo è tra i comparti più energivori dell’agricoltura", spiega il presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi. "Le serre sono riscaldate principalmente con bruciatori a gasolio o metano - prosegue - i cui prezzi sono impazziti: il caldo è un ingrediente indispensabile per alcune produzioni come appunto le Stelle di Natale".
Alcuni vivai sono stati costretti a ridurre gli esemplari coltivati a causa della grande incertezza legata proprio agli imprevedibili aumenti energetici, è ancora l'analisi di Filippi, "ma anche per non uscire dal mercato e perdere quote che faticosamente si erano conquistati negli anni”.
A pesare sulle aziende florovivaistiche sono aumenti del +250% per i fertilizzanti, +110% per il gasolio, +15% per i fitosanitari contro i parassiti, +45% per i servizi di noleggio, secondo gli ultimi dati Crea. Ma gli incrementi colpiscono anche gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori (+72%) al vetro (+40%) fino alla carta (+31%). Per non dire, conclude Coldiretti, delle spese di trasporto in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma. I maggiori costi di produzione, annuncia l'associazione di categoria, saranno assorbiti per tre quarti dalle aziende florovivaistiche.
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