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Lavoro lunedì 22 dicembre 2025 ore 09:35
Moda in crisi nera, 4000 licenziamenti in un anno

Mentre il settore arranca fra licenziamenti e calo del fatturato, è boom per il ricorso alla cassa integrazione. L'allarme dei sindacati
TOSCANA — Fatturato legato all'export calato di un quinto del suo valore storico, 4.000 licenziamenti per motivi economici, boom di cassa integrazione: è il ritratto del settore moda che sprofonda in una crisi divenuta strutturale. "Numeri drammatici", è l'allarme lanciato da Cgil e Filctem Cgil Toscana per una situazione in grado di mettere a repentaglio "l’intero tessuto produttivo regionale".
Se il rallentamento investe vari comparti, "particolarmente allarmante è la situazione della filiera della moda, che presenta nell’export valori negativi doppi rispetto agli altri in difficoltà", afferma il sindacato.
"Nel primo trimestre del 2025 - è l'analisi affidata ad una nota da Fabio Berni della Cgil Toscana e da Pina Angela De Vincenti e Loris Mainardi di Filctem Toscana - il settore ha registrato una diminuzione media superiore al 20% nell’export. Inoltre, dei circa 6.000 licenziamenti per motivi economici avvenuti nel comparto manifatturiero nel corso del 2024, circa 4.000 provengono proprio dalla filiera di questo settore".
La filiera della moda rappresenta uno dei pilastri dell’economia toscana: coinvolge oltre 110mila lavoratrici e lavoratori e costituisce quasi il 40% dell’intero manifatturiero regionale.
Cassa integrazione alle stelle
“I numeri della cassa integrazione parlano chiaro e sono drammatici”, dichiarano i rappresentanti sindacali. “Negli ultimi tre anni la cassa integrazione è aumentata in modo esponenziale: siamo passati da 2.344.628 ore autorizzate nel periodo Gennaio-Settembre 2023 nei settori tessile, pelli, cuoio e calzature, alle 7.322.286 ore nello stesso periodo del 2024, fino ad arrivare a 10.483.592 ore nei primi 9 mesi del 2025".
"Particolarmente preoccupante è l’aumento vertiginoso della cassa integrazione straordinaria, cresciuta del 470% fino a raggiungere 5,5 milioni di ore. Questo è il segnale inequivocabile che siamo di fronte a una crisi diventata strutturale”.
“Considerando gli ultimi sei trimestri, tra il 2024 e il 2025, la moda toscana ha perso oltre un quinto del fatturato legato all’export, con un calo del 22% rispetto ai periodi precedenti”, spiegano Berni, De Vincenti e Mainardi -. Non possiamo più aspettare. Serve urgentemente un modello industriale che metta al centro il lavoro qualificato ed equamente retribuito, la presenza territoriale delle produzioni e che affronti i fattori critici, sempre più determinanti per lo sviluppo industriale: digitalizzazione, innovazione tecnologica, formazione, crescita della dimensione aziendale anche attraverso processi di aggregazione, sviluppo di sistemi di servizi capaci di favorire lo sviluppo di un’efficiente economia circolare e di mobilitare ingenti investimenti sul territorio”.
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