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Attualità venerdì 06 dicembre 2024 ore 18:00

Toscana regina degli alberi di Natale, 3 milioni di abeti coltivati

abeti

Rosso, bianco, nordmanniano o Colorado non importa: è nei vivai toscani che cresce un'ampia fetta degli alberi iconici delle festività



TOSCANA — Con 3 milioni di abeti coltivati, 500mila commercializzati per un giro d'affari fra 10 e 12 milioni di euro, la Toscana è regina degli alberi di Natale. Del resto la domanda di domanda di abeti naturali Made in Tuscany cresce ad un ritmo del 5% l’anno, e semmai a minare la produzione ci sono la difficoltà di reperire manodopera stagionale, i cambiamenti climatici e l'inquinamento.

Commercio ma non solo, perché come ricorda Coldiretti Toscana le attività vivaistiche del settore concorrono anche a garantire la cura e la manutenzione delle aree collinari e montane, nonché a contrastare la presenza di CO2 nell’aria. 

Sul territorio regionale sono circa 200 le aziende specializzate nella coltivazione di abeti rosso, bianco, nordmanniano e Colorado, particolarmente concentrate in provincia di Arezzo, in Casentino, e nel distretto pistoiese dove esiste una lunga tradizione con la coltivazione di abeti ad uso natalizio che interessa circa 1.100 ettari di superfici complessive

“E’ un settore importante, non solo per i numeri economici ed occupazionali che sviluppa contribuendo al primato nazionale del vivaismo regionale, bensì per il suo impatto sociale ed ambientale positivo sul territorio ed in zone marginali dove la presenza delle aziende vivaistiche assicura tutta una serie di cure fondamentali come la regimazione delle acque e la sistemazione dei terrazzamenti, che prevengono il rischio idrogeologico e incendio di cui beneficiano le comunità a valle", spiega la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani

"La crescente sensibilità verso la sostenibilità ed i temi climatici da parte dei cittadini, ha portato ad un aumento della domanda di abeti naturali e conseguentemente delle superfici favorendo il recupero di terreni e terrazzamenti abbandonati", aggiunge. 

Ma se da un lato il settore cresce, dall’altro lo fa tra tante difficoltà. Il caldo estremo ad esempio manda in stress le piante, soprattutto giovani, quando non le secca del tutto. Molte le aziende che spostano le loro attività più in quota.

Naturale o artificiale: la partita della CO2

Sono circa 500mila gli abeti artificiali venduti in Italia secondo alcune stime, prodotti che richiedono un notevole dispendio di energia e sono fonte di inquinamento sia nella fase produttiva e trasporto sia in quella di smaltimento.

La coltivazione di un albero naturale sottrae 47 grammi di CO2 dall’atmosfera, la produzione invece di un albero sintetico rilascia nell’atmosfera tra i 40-60 chili di CO2

I vivai toscani complessivamente contribuiscono dunque alla diminuzione di CO2 di circa 47 tonnellate


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