Elezioni 2020 sabato 19 settembre 2020 ore 13:57
Regionali 2020, il trionfo degli indecisi
Paolo Ghibaudo di Opimedia consulting: il 5% degli elettori decide di chi votare nelle ultime 24 ore. Il peso dell'impressione finale
TOSCANA — Domattina alle 7 aprono i seggi elettorali per scegliere il nuovo presidente e il nuovo Consiglio regionale della Toscana. Vi proponiamo una riflessione pre-voto di Paolo Ghibaudo di Opimedia consulting, l'istituto che in questi mesi ha curato i sondaggi mensili per QUInews Toscanamedia.
Le elezioni per il governo della Toscana si annunciano indecise come non mai. Esiste un’incertezza oggettiva indicata dalle ricerche demoscopiche che hanno indicato distacchi ridotti tra i due principali contendenti, Giani e Ceccardi. Sappiamo bene che le elezioni toscane rivestono un forte significato anche nazionale e l’esito potrà incidere non poco sui rapporti politici nazionali.
Sarà più la valutazione di gradimento sul candidato presidente che sullo schieramento politico a determinare l’esito? Dalle elezioni degli ultimi anni abbiamo imparato che un buon candidato alla presidenza di una Regione, può spostare anche il 5%-8% dei voti, come per altro al contrario, la percezione negativa può toglierli. Si tratta di valori che in presenza di un duello serrato possono effettivamente divenire decisivi.
Circa il 5% degli elettori decide chi votare nelle ultime 24 ore. Ecco, allora, l’importanza dell’impressione finale, ovvero del messaggio che ogni candidato lancia per la motivazione al voto. E’ un messaggio destinato soprattutto a quella fascia d’indecisi dell’ultimo momento.
Esiste poi, quella che definiamo “l’incognita M5S”: sono oggettivamente molti gli elettori del M5S in uscita che riallocheranno le loro scelte elettorali. Si tratta di numeri importanti rispetto al voto delle elezioni Europee e Politiche, e dunque di un flusso di elettori che faranno scelte differenti da quelle espresse uno o due anni fa. In questo senso, con l’analisi dei flussi elettorali post voto vi potrebbero essere delle sorprese.
Altra incognita rimane la percentuale dei votanti che non supererebbe di molto il 50% degli aventi diritto. E’ pur vero, che in assenza di fenomeni particolari, la diserzione dalle urne non porta variazioni particolarmente significative sulle percentuali dei voti espressi, non alterando di molto il risultato finale. Esiste altresì, un effetto detto “band wagon”, in altre parole una tendenza a votare chi potrebbe vincere che spinge l’elettore a votare, per sentirsi più importanti perché potenzialmente determinanti.
Interessante infine, la lotta “interna” alle formazioni politiche per definire le gerarchie interne e gli equilibri futuri; una partita spesso trascurata che però incide fortemente sulle linee politiche dei partiti e dunque delle maggioranze o minoranze che siano.
Paolo Ghibaudo
Opimedia consulting
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