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Attualità martedì 18 febbraio 2025 ore 17:40

Salvate 24 varietà di alberi da frutto

Foto di repertorio

Al centro del progetto di recupero ci sono 2 varietà di ciliegi, 14 meli, 7 peri e un pesco, tutti tradizionali del Casentino



PROVINCIA DI AREZZO — Dal Ciliegio Corniola al Pero Cova, dal Melo Regina al Melo Bianca: sono alcune delle 24 varietà antiche di alberi da frutto tradizionali del Casentino, che sono stati salvati dal rischio estinzione grazie a un progetto di recupero finanziato dal Programma di sviluppo rurale tramite Terre Regionali Toscane e realizzato dall’Unione dei Comuni Montani del Casentino e dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Le 24 varietà oggetto del recupero sono due ciliegi (Corniola di Partina e Corniola di Quota), 14 meli (Badia alle Pratole, Renetton, Rigata, Biancuccia, Bianca, Agretta, Renettaruggina, Regina, Deliziosa di Montagna, Cipolla, Chitignano, Ruggina estiva, Cacona e Calvè di montagna), 7 peri (Bottiglia, Campanella, Cova, Marammo, Pappona, Spadona e Verdona) e il pesco Vinoso.

La maggior parte di queste sono già iscritte al registro nazionale per la commercializzazione del materiale di moltiplicazione delle specie frutticole e dal 13 Febbraio di quest'anno anche nel repertorio regionale delle varietà locali a rischio di estinzione che permette il sostegno ai coltivatori custodi e alla banca del germoplasma tenuta dall’Unione dei Comuni del Casentino nel vivaio di Cerreta in Camaldoli di Poppi.

L’ambito locale di recupero, conservazione e coltivazione delle diverse varietà locali riguarda il territorio del Casentino ed in particolare i comuni di Bibbiena, Capolona, Castel Focognano, Castel San Niccolò, Chitignano, Chiusi della Verna, Montemignaio, Ortignano Raggiolo, Poppi, Pratovecchio Stia, Subbiano e Talla.

“Il recupero di queste antiche cultivar – ha detto la vicepresidente e assessora all’agricoltura Stefania Saccardi - permetterà di studiare la migliore resilienza ai cambiamenti climatici in corso e la conservazione della biodiversità del territorio anche attraverso la loro valorizzazione soprattutto presso le aziende agrituristiche. Oggi più che mai la tutela delle risorse genetiche locali, si lega indissolubilmente ai temi della sostenibilità ambientale, dei cambiamenti climatici, dell’economia circolare, della tutela del suolo, dell’acqua e della biodiversità naturale e selvatica. Anche per questo la Regione sta dando il supporto necessario a che l’impegno degli agricoltori custodi come quello delle banche del germoplasma sia conservato per la vitalità della nostra agricoltura e per le generazioni future”.


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