Attualità mercoledì 17 agosto 2016 ore 15:24
I lupi attaccano e il sindaco dice basta
Il primo cittadino di Vernio Giovanni Morganti ha chiesto alla Regione di procedere con gli abbattimenti selettivi dopo l'ennesima strage di pecore
VERNIO — Stanno diventando il terrore del bosco come nella più classica iconografia che li disegna come predatori voraci e impietosi. L'ultima strage ha avuto per teatro la zona di Montepiano. Qui una pecora gravida è stata trucidata in pieno giorno e poco prima neanche un ariete di 100 chili, con la sua mole possente, è riuscito ad avere la meglio sul lupo che lo ha scannato.
Una serie di attacchi senza fine che alla fine ha spinto il sindaco di Vernio Giovanni Morganti a scrivere alla Regione Toscana per chiedere aiuto. La missiva è indirizzata al presidente della Regione, Enrico Rossi, all'assessore all'agricoltura, Marco Remaschi, e al presidente della Provincia di Prato e di Anci Toscana Matteo Biffoni.
“Se da una parte è necessario proteggere il lupo in quanto specie protetta - ha scritto nella sua lettera Morganti - dall'altra è oltremodo necessario garantire sicurezza ad agricoltori e allevatori che hanno deciso di investire e lavorare presidiando e salvaguardando al tempo stesso il territorio dal rischio abbandono con tutte le conseguenze che questo porta”.
“Vi invito - ha detto ancora il sindaco - a raccogliere questo mio appello e a lavorare a norme che consentano di superare l'emergenza permettendo, se necessario, di procedere a abbattimenti selettivi dei lupi, pratica che per altro esiste già per altre specie selvatiche come il cervo o il capriolo. Le nostre amministrazioni si sono sempre contraddistinte per una attenzione particolare alla tutela ambientale e alla difesa della fauna selvatica, oggi però è evidente che qualcosa si è rotto negli equilibri della nostra area. Storicamente, mai si era avuta una presenza così evidente del lupo".
"Oggi è necessaria una presa di posizione forte e decisa da parte delle istituzioni - ha aggiunto Morganti - se è vero che il lupo è una specie protetta è ancor più vero che dobbiamo difendere e aiutare l’unico baluardo contro l'abbandono della montagna, chi difende il territorio dalle frane e dal dissesto idrogeologico. Non possiamo correre il rischio che queste persone si disinnamorino del loro lavoro per colpa di un predatore che in pochi minuti vanifica il lavoro di anni o a causa di un ungulato che distrugge il raccolto di un intera stagione. I lupi e gli ungulati rischiano di trasformarsi da potenziale risorsa naturalistica a sciagura che espone i territori a un abbandono con conseguenze disastrose su molti settori, da quello turistico ricettivo, che in questi anni sta provando ad emergere, a quello agricolo e della difesa del suolo. Non possiamo permetterci che i pochi avamposti dell'agricoltura montana vengano abbandonati.”
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