Attualità venerdì 09 novembre 2018 ore 17:00
"Attaccare la geotermia è attaccare la Toscana"
Il governo ha cancellato la geotermia dalle energie rinnovabili. Il governatore Rossi chiede un incontro a Di Maio: "Pronti alla mobilitazione"
POMARANCE — "Chiediamo di essere convocati dal governo domani - queste le parole del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi - perché venga modificato subito il decreto che ha cancellato la geotermia dalle energie rinnovabili. Se non sarà fatto, ci mobiliteremo unitariamente. Ci mobiliteremo contro un attacco del governo del cambiamento in peggio, che ha deciso di deindustrializzare un intero territorio per un pugno di voti".
Un appello forte e sonoro, quello lanciato stamani dal presidente Enrico Rossi arrivato insieme all'assessore Federica Fratoni a Larderello, il cuore dell'area della geotermia tradizionale, per chiedere la mobilitazione del territorio e di tutti i parlamentari toscani perché la Regione Toscana sia convocata in tempi brevissimi a Roma e nel decreto sugli incentivi alle rinnovabili sia reinserita subito la geotermia che "una manina - ha detto Rossi- con un tratto di penna ha cancellato mettendo su un binario morto 17 comuni dell'area geotermica dove questa risorsa dà lavoro a oltre 3000 persone".
"Contro le direttive di Kyoto e contro le direttive europee, per questo governo la geotermia non è rinnovabile, come i vaccini fanno male. Non abbiamo tempo da perdere – ha proseguito Rossi –: prima che vada in consiglio dei ministri, questo decreto deve essere cambiato".
Quindi Rossi è passato a illustrare il lavoro fatto durante le ultime due legislature e come questo decreto faccia saltare "tutti i progetti che la Regione ha costruito nel tempo, con una legge e un protocollo di intesa con Enel pronto con il quale si va a ridurre fino al 98 per cento delle emissioni di polvere e andiamo a catturare la CO2 che emette l'energia geotermica e che adesso importiamo dalla Romania".
"Quando viene catturata - ha spiegato il presidente - la CO2 ha molti utilizzi, non ultimo nei processi del settore alimentare. Abbiamo molte idee che possiamo raccontare al Governo per sviluppare qua, in Toscana, l'economia circolare prevista dai regolamenti europei. Per questo motivo vogliamo chiedere la tutela di questa risorsa e la sua valorizzazione riconoscendo incentivi al pari delle altre rinnovabili, affinché si possa garantire la sostenibilità degli investimenti e consentire alla Toscana di regolarne lo sviluppo in termini di tutela ambientale e di valorizzazione di territori che da sempre convivono con questa fonte".
"Sentiamo questa cancellazione – ha concluso Rossi - come una dichiarazione di guerra al territorio e alla Toscana e non lo possiamo accettare".
I dati disponibili, che forniscono solo un'informazione parziale dell'impatto della geotermia sull'economia toscana, dicono che gli occupati diretti sono 650 e quelli dell'indotto circa 2000. L'indotto di cui si parla è però solo quello direttamente legato (in senso che ha rapporti di fornitura) con le imprese di produzione energetica e non tiene conto delle altre attività che a loro volta i fornitori attivano e di quelle generate dai lavoratori che in questo processo sono coinvolti (e che consumeranno parte del reddito che ricevono). Mettendo assieme tutto questo complesso di effetti si potrebbe stimare cosa accadrebbe all'intera economia se venisse azzerata la produzione della geotermia: ne soffrirebbero i fornitori, ma anche i fornitori dei fornitori, il piccolo commercio locale eccetera. Si può stimare quindi che siano oltre 4000 le persone coinvolte, così suddivise: addetti occupati direttamente 650; addetti dei fornitori 2.000; altri addetti attivati dai fornitori dei fornitori 780; addetti attivati dai lavoratori per i consumi 890.
Quindi Rossi ha scritto a Luigi Di Maio, ministro per lo sviluppo economico, chiedendo un incontro urgente.
"Quando parliamo di produzione geotermoelettrica italiana – si legge nella lettera - , parliamo di quella toscana, con 34 centrali e una potenza installata di quasi 900 megaWatt. Un'industria diffusa di produzione di energia elettrica da una risorsa locale, rinnovabile, unica in Europa.
"Laddove quindi il decreto fosse approvato in questa forma, confermando questa inspiegabile scelta, la situazione che si andrebbe a creare avrebbe delle ripercussioni negative enormi e difficilmente prevedibili. L'industria geotermica è infatti legata ad alti costi di investimento, tali che senza incentivi non potrebbero più essere supportati, col risultato di produrre nell'economia toscana legata al settore un inesorabile declino, con la perdita di oltre 3000 posti di lavoro tra diretti ed indiretti, nonché con un danno anche di carattere ambientale in quanto non vi sarebbero più investimenti per lo sviluppo ma solo una gestione ordinaria degli impianti fino al loro esaurimento.
"La Toscana ha saputo, in cento anni di storia (la prima centrale è del 1905), coniugare la crescita ed il consolidarsi dell'economia geotermica con la sostenibilità ambientale e sociale dei territori, garantendo sempre un equilibrio con le risorse naturali presenti". "Questa storia, questi territori, questi lavoratori, questa parte considerevole dell'economia Toscana, sono oggi messi in seria discussione dalla bozza di decreto. Eliminare la geotermia dalle fonti rinnovabili che hanno diritto ad incentivi non rappresenta quindi una scelta tecnica di preferire alcune fonti ad altre, rappresenta invece la scelta di distruggere l'economia di interi territori, con conseguenze drammatiche che si ripercuoteranno in primis sui lavoratori e sulle loro famiglie".
Venga qui a #Larderello il primo ministro, l'avvocato del popolo, e ascolti il popolo. Un popolo storicamente legato alla #geotermia e che senza geotermia non ha futuro. pic.twitter.com/3x0AfraSgW
— Enrico Rossi (@rossipresidente) 9 novembre 2018
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