Attualità lunedì 21 agosto 2017 ore 12:48
Da Firenze al Monte Amiata per allevare gli alpaca
La storia di Riccardo e Rossella: da Firenze al Monte Amiata per aprire un allevamento di alpaca. "Abbiamo realizzato un sogno"
SANTA FIORA — Via di mezzo tra una pecora e cammello senza gobba, l'alpaca appartiene alla famiglia dei camelidi del nuovo mondo. Peloso, minuto e caratterizzato da svariati colori attira le simpatie di grandi e piccini.
Sul Monte Amiata esiste un allevamento gestito dai coniugi Riccardo e Rossella Romanelli. Una coppia di Firenze che, assecondando un’intuizione a dir poco originale, ha deciso di lasciare casa, lavoro e affetti per investire in un’impresa da favola: dare vita a un allevamento di alpaca.
"Siamo fiorentini di nascita - spiega Riccardo - proveniamo da esperienze completamente diverse: io ero un ingegnere meccanico, Rossella studiava lingue. Nel 2000 abbiamo pensato di cambiare vita dopo esserci imbattuti in un documentario, girato in Maremma, che parlava di alpaca; animale di cui non sospettavamo l’esistenza. Da lì il colpo di fulmine".
I due iniziano a girovagare per la Toscana in cerca degli animali, e del territorio giusto dove farli prolificare: "Dovevamo trovare l’ambiente ideale - prosegue Riccardo - All’inizio ci siamo trasferiti in un piccolo appezzamento a Lucolena in Chianti, insieme ai primi quattro alpaca; ma nel 2006 gli animali si sono quintuplicati e lo spazio non bastava più".
Dopo un anno di ricerche, fra le alture di Toscana e Umbria, la coppia arriva per caso sul Monte Amiata: "Abbiamo trovato una casa circondata da dieci ettari di campi. Un posto ideale, anche per il clima che somiglia a quello delle Ande (la specie è originaria del Perù, ndr). Nel 2007 ci siamo trasferiti qui. Gli animali si sono riprodotti fino a formare gli attuali sessantaquattro elementi, tranquilli e pacifici".
Rossella ricorda i nomi dei camelidi uno per uno: Briana, la capostipite che a breve compirà vent’anni; poi Cesare, Martino, Gregorio, Isotta. Ognuno con una fisionomia riconoscibile e un carattere definito. Ci sono il timido, il coraggioso, l’impertinente e poi c’è Aurora, che ama farsi accarezzare e sembra corteggiare ogni avventore.
Circa le caratteristiche: "I colori - spiega Rossella - possono essere marrone, nero, bianco, grigio in varie sfumature, maculati, ma anche rosa scuro, il più raro. Appartengono alla famiglia dei lama e provengono dalla razza vigogna. Per tosarli servono tre giorni. Da ognuno viene poi ricavata una lana considerata tra le migliori al mondo, in virtù di un’assortita gamma cromatica e una delicatezza unica. Il filo lo facciamo lavorare a Prato e quando torna cucio personalmente a telaio guanti, cappelli, sciarpe, collane, mantelli, e molto altro. Le maglie le facciamo su ordinazione; in trenta giorni esaudiamo ogni richiesta".
L’alpaca è una bestia domestica, non aggressiva e rara: nel mondo esistono meno di quattro milioni di esemplari. Nuovi allevamenti stanno sorgendo in Israele, Nuova Zelanda e Stati Uniti, mentre in Italia resta una specie sconosciuta ai più.
La coppia ci tiene a dirimere un’antica questione: "E’ vero, come pensano in tanti, che gli alpaca sputano; ma succede raramente, quando litigano o se vengono stuzzicati".
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