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Cultura domenica 29 ottobre 2023 ore 18:50

Madonna Vasariana inedita la prima volta in mostra

Il dipinto inedito per la prima volta in mostra
Il dipinto inedito per la prima volta in mostra

L'opera cinquecentesca è un olio su tavola. Oggetto di un recente e delicato intervento di restauro, disvela la sua bellezza in una chiesa toscana



BAGNO A RIPOLI — Inedita, mai mostrata prima al pubblico, e restaurata, restituita alla sua originaria bellezza: è la Madonna Vasariana col Bambino e i Santi che ha trovato dimora a nella chiesa della Pentecoste a Bagno a Ripoli, pronta a farsi ammirare da visitatori e fedeli per la prima volta nella sua storia nota.

Il dipinto, un olio su tavola risalente alla seconda metà del XVI secolo in cui recenti studi hanno rintracciato la mano del Maestro cinquecentesco e dei suoi allievi, è stata oggetto di un recente e delicato intervento di restauro. 

L’opera ha una dimensione di 67x92 centimetri e rappresenta la Sacra Famiglia: al centro la Vergine col Figlio, di lato san Giovannino, in alto negli angoli, san Giuseppe e di profilo, un personaggio femminile, una anziana donna, che può essere sant’Anna, madre della Vergine oppure santa Elisabetta, madre di san Giovannino. 

Nelle carte conservate in parrocchia, la scheda della Soprintendenza relativa al quadro lo riferisce all’ambito del Vasari, quindi collocabile alla metà del Cinquecento, in pieno periodo Manierista. Secondo studi stilistici, il volto della Vergine porterebbe la firma del Maestro, mentre nel resto del dipinto si riconoscerebbe la mano degli aiutanti.

Il restauro, dal crowdfunding alla realtà

A promuovere l'intervento di restauro - dal crowdfunding per il reperimento delle risorse necessarie fino alla sua realizzazione - è stato il Comitato per la Cappellina di Baroncelli e per l’arte. L’inaugurazione ufficiale dell’opera si è svolta ieri pomeriggio.

Il Comitato, insieme alla parrocchia guidata da don Andrea Faberi e con il contributo del Comune, per riportare in vita il dipinto ha messo in moto una grande macchina organizzativa, che ha coinvolto numerosi soggetti diversi, sia pubblici che privati. 

La Soprintendenza all’Archeologia, alle Belle Arti e al Paesaggio di Firenze, innanzitutto, a cui spetta il merito, con la dottoressa Anna Floridia, di aver riconosciuto lo stile del Maestro nell’opera, per lungo tempo conservata nella sacrestia della chiesa di Quarto senza che ne se conoscesse il reale valore artistico. 

E poi tantissimi cittadini, enti e associazioni che hanno dato un contributo economico per sostenere il restauro, tra cui il Rotary club Bagno a Ripoli e soprattutto la Fondazione CR Firenze, che ha elargito 9mila euro (l’80% dell’intervento complessivo) nell’ambito del Bando restauro beni mobili e immobili di enti privati con riconoscimento giuridico 2022. 

La storica dell’arte Maria Grazia Brancone, inoltre, ha condotto una minuziosa ricerca sull’opera vasariana. Mentre le restauratici Serena Cappelli e Paola Mariotti, dell’omonimo studio di restauro, con la loro esperienza hanno ripulito con cura il dipinto dalle stratificazioni dovute al trascorrere del tempo, riportando alla luce i colori e i toni accesi e cangianti.

Le restauratrici dello Studio Mariotti e Cappelli di Firenze hanno impiegato alcuni mesi per il restauro dell’opera, che ha richiesto la disinfestazione da insetti xilofagi, la rimozione dello stato di sporco di deposito e di vecchi stati di vernice, il consolida-mento della stesura del colore e il ritocco pittorico.

Il dipinto è stato finora sconosciuto al largo pubblico. Prima di arrivare alla sacrestia di Quarto e rimanervi chiuso, la Sacra Famiglia faceva parte dell’arredo della cappella della Villa del Padule, proprietà privata dei principi Ginori Conti, che nel 1938 il principe Piero aveva donato con atto pubblico “al beneficio parrocchiale di Santa Maria a Quarto”. 

Nel verbale di consegna si fa espressamente cenno ad “un dipinto del Cinquecento, vasariano su tavola, raffigurante la Sacra Famiglia”, che fu ricevuto a sua volta in dono da parte del pievano di Villamagna, don Piero Mannucci, specificando che era di sua antica proprietà.


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