Mai una gioia
di Blue Lama - domenica 21 gennaio 2024 ore 00:05
Non sono un'appassionata di calcio ma sono figlia e moglie di due tifosi della Fiorentina, di quelli che non vanno allo stadio tutte le domeniche ma il cui stato d'animo, quando gioca la Viola, può cambiare radicalmente a seconda dell'esito della partita, con impennate di euforia in caso di vittoria e abissi di amarezza in caso di sconfitta. Così, da un momento all'altro. Di conseguenza, anche solo per imprinting o di riflesso, il mio cuore non può che battere da quella parte.
In una domenica d'agosto mi trovavo a Kyoto, in Giappone, e stavo passeggiando per Arashiyama, un insieme di colline verdissime disseminate di templi e attraversate dal fiume Katsura; una delle zone più turistiche della città ma talmente bella e ricca di attrazioni che anche i residenti la frequentano volentieri.
Mentre mi dirigevo verso un ristorante per mangiare un boccone, improvvisamente ho visto il manifesto che vedete qui sotto e ho sobbalzato.
"Ma questi hanno la maglia viola, identica a quella della Fiorentina! E anche lo stemma ha gli stessi colori, bianco e rosso. Com'è possibile?" ho detto scandalizzata all'amica che era con me, mentre nella mia testa già ipotizzavo un deplorevole plagio di divisa calcistica. Essendo però consapevole della mia ignoranza in materia, ho fatto qualche ricerca. Con esiti interessanti.
Il Sanga Kyoto F.C., fondato nel 1922 e militante in prima divisione, è il club professionistico più antico del Giappone. Sanga è una parola di origine indiana e significa gruppo e i giocatori indossano maglie viola perchè è il colore simbolo della città di Kyoto. Durante l'ottavo secolo il viola, purple in inglese, poteva essere indossato solo dall'imperatore, dai suoi familiari e da funzionari di rango elevato. Gli abitanti di Kyoto, capitale imperiale per oltre un millennio, lo amano a tal punto che il nome originario della squadra era Kyoto Purple Sanga.
La Fiorentina, nata nel 1926, inizialmente giocò con maglie biancorosse, i colori di Firenze. Le divise viola con il giglio rosso in campo bianco furono adottate nel 1929, in occasione di una partita amichevole contro la Roma, e gli storici del settore sembrano concordi sul fatto che quel colore non finì in campo per un leggendario errore di lavaggio ma per decisione del fondatore della società, Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano, che lo scelse perchè originale e poco utilizzato.
Insomma, il viola è arrivato sulle maglie del Kyoto Sanga e della Fiorentina in anni ravvicinati ma per vie indipendenti.
A quel punto però mi sono anche chiesta dove gioca la squadra giapponese visto che, a Firenze, tiene banco da cinquant'anni il tormentone del nuovo stadio per la Viola, una vicenda travagliata, divisiva e attualmente arenata sulla data di avvio delle opere di ammodernamento dell'Artemio Franchi, costruito nel 1931 su disegno di Pier Luigi Nervi e di proprietá del Comune.
Ho così scoperto che Kyoto ha raggiunto un obiettivo che, per il capoluogo toscano, sembra sempre in alto mare.
Il Kyoto Sanga in origine ha giocato in un campo di calcio di quartiere. Poi, a partire dal 1942, nel Nishikyōgoku Athletic Stadium, costruito ad appena 5 chilometri dalla stazione centrale della città. Alla fine del secolo scorso si cominciò a parlare di una nuova struttura polifunzionale e, nel Gennaio 2018, il relativo cantiere fu aperto non a Kyoto bensì a Kameoka, una località a una quarantina di chilometri di distanza ben servita dai treni della JR.
I lavori terminarono due anni dopo, in tempo per la stagione 2020 della Japan Professional Football League. Per due miliardi di yen (circa 12 milioni e mezzo di euro), una società privata ha acquisito i diritti di denominazione del nuovo stadio che così, per i prossimi vent'anni, si chiamerà Sanga Stadium by Kyocera. Come si legge sull'omonimo sito internet, oltre al calcio vi si possono praticare il rugby e il basket, è attrezzato per ospitare tornei internazionali, concerti e altri mega-eventi, vi è installata la più importante palestra di arrampicata del Giappone, negli spazi interni ci sono negozi e ristoranti e ampie sale per fiere e congressi.
In sintesi, proprio quel genere di edificio moderno, "utilizzabile e vivibile tutti i giorni" auspicato dal sindaco di Firenze Dario Nardella quando, nel Marzo 2022, presentò il progetto di ristrutturazione del Franchi. Quel giorno, a Palazzo Vecchio, si parlò dello stadio di Firenze come di un impianto il cui livello poteva raggiungere "quelli di Pechino, del Manchester City, del Santiago Bernabeu". Un anno dopo invece, per problemi di natura burocratica che non vi sto a esplicitare, la Commissione Europea ha depennato 55 milioni di euro dal finanziamento per il Franchi inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nonostante gli sforzi per salvare l'operazione, i lavori che dovevano cominciare nel 2023 e durare 30 mesi non sono ancora partiti. Ora come ora, non si sa nemmeno dove giocherà la Fiorentina quando inizieranno. E sorvoliamo sulla data ipotetica della loro conclusione.
Il nuovo stadio di Kyoto ha solo 21.600 posti, praticamente la metà di quelli del Franchi, e certo non può competere con lo Stadio nazionale di Pechino da 54mila posti. Ma almeno c'è e funziona.
Non so come reagirono i tifosi del Kyoto Sanga quando seppero che avrebbero dovuto sobbarcarsi 40 chilometri per assistere alle partite casalinghe della loro squadra nel nuovo impianto di Kameoka. Ma scommetto che, adesso, sono molto più contenti di quelli della Fiorentina.
Blue Lama