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Attualità martedì 10 dicembre 2024 ore 19:25

Arpat, "Nube dalla raffineria, in aria concentrazioni trascurabili"

I tecnici dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale hanno svolto controlli dopo la deflagrazione e la nube che si è levata dall'impianto



CALENZANO — Le tracce di materiale tossico in aria dopo l'esplosione avvenuta nella raffineria di Eni a Calenzano, che ha provocato la morte di 5 persone, sono minime. Così come i livelli di carburante ritrovati nelle acque reflue.

Lo hanno garantito i tecnici di Arpat, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale, intervenuti sul sito dove le autobotti effettuano il rifornimento di carburante, per verificare le conseguenze della nube di fumo e le possibili dispersione nelle acque reflue.

Per quanto riguarda la colonna di fumo che si è sprigionata a seguito dell'esplosione, la quota raggiunta è stimabile in 100-200 metri dal piano di campagna, finendo poi per stabilizzarsi per effetto del vento teso in quota. Dai dati della centralina meteo, è emerso come il vento a terra spirasse a circa 9-10 nodi con direzione di provenienza da nord-nord est verso sud-sud ovest. "Grazie alla limitata durata dell'evento, si stima che la nube si sia dispersa in quota in tempi relativamente brevi - hanno affermato da Arpat - di conseguenza, le concentrazioni in aria a livello del suolo, sono state ritenute trascurabili".

Sul versante delle acque, invece, i tecnici dell’Agenzia hanno verificato che l’impianto di trattamento delle acque reflue di risultava in disfunzione a causa dei quantitativi eccessivi di reflui accumulati a seguito della raccolta delle acque di spegnimento. Dato che l’impianto stava scaricando acque non depurate per il traboccamento del troppo pieno nel fosso Tomarello, è stato richiesto immediatamente a Eni di effettuare le manovre per interrompere lo sversamento: le acque sversate, infatti contenevano essenzialmente prodotti schiumogeni utilizzati per lo spegnimento, mentre i residui di idrocarburi sono risultati limitati.

"È stato concordato con il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno di chiudere la paratia del collettore di bonifica nel quale recapita il fosso Tomarello, per gestire in maniera meno impattante il deflusso nei fiumi Bisenzio e Arno - hanno concluso - al contempo, Eni ha attivato Labromare per gli interventi di bonifica e per il ripristino della funzionalità del loro depuratore".


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