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Cronaca mercoledì 06 giugno 2018 ore 10:54
Consip, Scafarto reintegrato nel servizio
La Cassazione ha respinto il ricorso della procura. L'ufficiale dei carabinieri, accusato di falso e rivelazione di segreto, può tornare al lavoro
ROMA — Il maggiore dei Carabinieri Giampaolo Scafarto, indagato-chiave nell'inchiesta sugli appalti della centrale acquisti dello Stato Consip, può tornare in servizio: la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla procura di Roma contro la sentenza del Tribunale del Riesame che aveva annullato la la sua interdizione dal servizio per un anno.
Scafarto ha fatto parte del team investigativo che ha lavorato per portare alla luce episodi di corruzione in un appalto da due miliardi e settecento milioni bandito dalla Consip (vedi qui sotto gli articoli collegati). Nel corso dell'inchiesta, è stato a sua volta indagat,o prima per falso e poi per rivelazione di segreto d'ufficio. In particolare la procura ha ipotizzato che l'ufficiale abbia volutamente alterato alcune parti delle informative a loro inviate allo scopo di aggravare la posizione del padre dell'allora premier Matteo Renzi, Tiziano, accusato di traffico di influenze illecite. Per quanto riguarda la rivelazione di segreto d'ufficio, il riferimento è ad alcune informazioni inviate da Scafarto al colonnello Sergio De Caprio, estraneo alle indagini sulla Consip.
Secondo i giudici di Cassazione, Scafarto non avrebbe commesso queste azioni con intento doloso, nel caso di Tiziano Renzi perchè nella stessa informativa erano presenti altri elementi indiziari consistenti a carico del padre dell'ex premier, nel caso delle email a De Caprio perchè, pur essendo la trasmissione dei file un fatto oggettivo, “permane perplessità per quel che riguarda la configurabilità del reato sotto il profilo della sussistenza del concreto pericolo per la Pubblica amministrazione attesa la qualità dei soggetti ai quali sono stati trasmessi i file”.
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