Dentro il carcere degli orrori di Sednaya: «È un lotta contro il tempo per trovare i detenuti che potrebbero essere nascosti nelle celle segrete»
Cronaca mercoledì 28 marzo 2018 ore 14:05
Consip, Marroni e Saltalamacchia a confronto
L'ex ad della centrale acquisti dello stato è un testimone chiave dell'inchiesta. L'ufficiale dei Carabinieri è indagato per le fughe di notizie
ROMA — Le indagini sulle fughe di notizie che avrebbero inquinato l'inchiesta sugli appalti della Consip prosegue.
Oggi, in una caserma dei carabinieri della capitale, si è svolto il confronto fra il testimone chiave Luigi Marroni, ex amministratore delegato della centrale acquisti del ministero, e l'ex comandante della Legione Toscana dei Carabinieri Emanuele Saltalamacchia, indagato per rivelazione del segreto istruttorio e favoreggiamento.
Nel dicembre 2016, Marroni raccontò agli inquirenti di aver appreso dell'esistenza di un'inchiesta sugli appalti (nonchè di essere intercettato dalle forze dell'ordine) nel corso dell'estate precedente, quindi molti mesi prima che la notizia diventasse di pubblico dominio sugli organi di stampa e questo grazie a quattro persone che gliene avevano parlato. Una di queste era proprio Saltalamacchia.
Le altre persone citate da Marroni sono il ministro dello sport Luca Lotti, l'allora presidente della Consip Luigi Ferrara e il presidente di Publiacqua Filippo Vannoni, a loro volta indagati per rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento nella stessa inchiesta.
Il confronto fra Luigi Marroni e il ministro Lotti potrebbe tenersi prima di Pasqua.
Nell'inchiesta è indagato per traffico di influenze illecite anche il padre di Matteo Renzi, Tiziano (vedi qui sotto gli articoli collegati).
Sempre oggi la procura di Roma ha presentato ricorso contro la sentenza del tribunale del Riesame che ha annullato l'interdizione dal servizio per il maggiore dei carabinieri Giampaolo Scafarto, indagato per rivelazione di segreto istruttorio e depistaggio. Secondo i giudici del Riesame, Scafarto non avrebbe agito con dolo quando ha introdotto elementi non corrispondenti al vero nelle informative sulle indagini Consip inviate proprio ai pm romani.
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