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Cronaca mercoledì 31 gennaio 2018 ore 16:20

Consip, Scafarto: "Chi avvertì Tiziano Renzi?"

Giampaolo Scafarto

Interrogatorio di garanzia per l'ufficiale dei carabinieri sospeso per un anno dal servizio nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti della Consip



ROMA — Il maggiore dei Carabinieri Giampaolo Scafarto ha sollevato alcune domande su Tiziano Renzi, padre dell'ex premier Matteo, e lo ha fatto parlando con i giornalisti al termine dell'interrogatorio di garanzia che si è tenuto a seguito della sua interdizione dal servizio per un anno. Il provvedimento è stato disposto dal gip del Tribunale di Roma per le pesanti accuse a carico di Scafarto: falso, rivelazione di segreto d'ufficio e depistaggio nell'ambito del filone d'inchiesta sulle fughe di notizie che potrebbero aver compromesso le indagini delle procure di Napoli e Roma sui mega-appalti della Consip, la centrale acquisti dello Stato (vedi qui sotto gli articoli collegati). Indagini in cui anche Tiziano Renzi è coinvolto con l'accusa di traffico di influenze illecite insieme all'imprenditore Carlo Russo.

Come riportato dall'agenzia Ansa, Scafarto ha ribadito ai cronisti di "non aver taroccato alcuna informativa su Tiziano Renzi". "Ma in questa vicenda restano ancora tante domande - ha aggiunto Scafarto - Chi ha avvertito Tiziano Renzi che aveva il telefono sotto controllo?". Scafarto fa esplicito riferimento alla telefonata che, il 7 dicembre 2016, Roberto Bargilli, amico di famiglia dei Renzi e autista del camper del segretario del Pd ai tempi delle primarie contro Luigi Bersani, fece a Carlo Russo per chiedergli di non chiamare più Renzi senior (vedi qui sotto l'articolo collegato).

"A conoscere quella informazione eravamo in tre - ha detto ancora Scafarto - il sottoscritto, il pm Henry John Woodcock e un maresciallo e io posso dire di non avere rivelato alcun segreto. Noi non ne parlammo con nessuno: chi ha dato quella informazione? Io aspetto una risposta".

Per la cronaca, Tiziano Renzi ha sempre respinto ogni addebito.

Scafarto ha commentato con i cronisti anche le dichiarazioni rilasciate dal procuratore di Modena Lucia Musti a seguito di un incontro avuto con Scafarto e il colonnello Sergio De Caprio nell'estate 2016. Durante il colloquio, Musti ha riferito che i due carabinieri le parlarono dell'inchiesta Consip facendo riferimento anche a Renzi. Ma il maggiore nega che ciò sia avvenuto. 

"E' storicamente provato che ho incontrato l'ultima volta il procuratore Musti l'11 luglio 2016 - ha spiegato Scafarto - e che gli strumenti per le intercettazioni ambientali nell'ufficio di Romeo sono stati installati il primo agosto 2016. L'intercettazione che riguarda Tiziano Renzi è del 3 agosto. Dunque l'11 luglio il nome del padre di Matteo Renzi non esisteva nell'inchiesta Consip".

Il Romeo citato da Scafarto è Alfredo Romeo, l'imprenditore napoletano che rappresenta una delle figure-chiave dell'inchiesta Consip. Ad oggi è l'unico ad aver trascorso alcuni mesi in carcere e attualmente è sotto processo con l'accusa di aver corrotto un funzionario della Consip, Marco Gasparri: centomila euro in cambio di informazioni utili sugli appalti. Gasparri, reo confesso, ha già patteggiato un anno e otto mesi di carcere.


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