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Attualità giovedì 17 novembre 2022 ore 12:13

Agriturismi chiusi in inverno per il caro bollette

Un letargo indotto dai rincari energetici per l’unica tipologia ricettiva tradizionale che ha recuperato le presenze registrate prima della pandemia



FIRENZE — Gli agriturismi trainano l'economia ricettiva toscana, sono tornati ai livelli pre Covid ma adesso la paura per i rincari energetici ha fatto scattare l'allarme tanto che una struttura su tre ha pensato di chiudere e riaprire a Pasqua, a dirlo sono Coldiretti e Terranostra Toscana che hanno analizzato il rapporto congiunturale elaboratore dell’Irpet nei primi otto mesi dell’anno.

Secondo i dati di Coldiretti gli agriturismi sono l’unica tipologia ricettiva tradizionale ad aver recupero i livelli di presenze del periodo pandemico con un rimbalzo del 25 per cento di presenze sul 2021. Soprattutto grazie al ritorno degli stranieri, in campagna (+55%) e montagna (+28%) seconde sole alle città d’arte.

Luca Serafini, presidente Terranostra Toscana ha detto “Gli agriturismi hanno avuto un ruolo strategico nella tenuta del turismo regionale durante la fase più acuta della pandemia e nella sua ripartenza. La Toscana è la prima regione al mondo per l’accoglienza rurale, la prima per numero di strutture, per posti letto e per multifunzionalità. Il nostro è un settore che è stato capace di attrarre oltre 4 milioni di presenze ed oltre 1 milione di arrivi nel 2019, numeri che se confermati, potrebbero essere superati alla fine di questo 2022. A preoccuparci, in questo momento, è la grande incertezza sul fronte dei costi energetici con una struttura agrituristica su tre che sta valutando di chiudere per riaprire la prossima Pasqua così da contenere i costi delle bollette di luce e gas”.

A determinare il rilancio dell’accoglienza rurale, che nel 2019 aveva conosciuto un vero e proprio tracollo con il 43% in meno di presenze, è la grande capacità delle aziende agrituristiche di proporre a fianco di pernottamenti, cucina tipica locale e servizi, tantissime attività che spaziano dalle visite in cantina all’equitazione, dall’aperitivo tra i filari alle fattorie didattiche, dai corsi di cucina, all’escursionismo e alle passeggiate a cavallo, dallo yoga alla tree-therapy, dalla presentazione di libri ed incontri all’ombra di alberi secolari fino a novità assolute come l’agrienduro in sella a moto elettriche nelle macchie boscose. 

 Grazie infatti alla legge sulla multifunzionalità sostenuta da Coldiretti oggi una struttura su due organizza e propone attività collaterali tra le più diverse che rappresentano un nuovo valore aggiunto nella scelta della vacanza da parte dei turisti che vogliono vivere un’esperienza all’aria aperta.

“La dinamicità ha fatto la differenza in pandemia e la farà sempre di più in futuro nella proposta della nostra offerta rurale. Le attività negli agriturismi avvengono outdoor, in spazi aperti e questo è stato, ed è tutt’oggi, un enorme vantaggio ed un valore aggiunto importante per tutto il sistema turistico regionale – conclude Serafini - Le nostre campagne sono diventate teatri naturali per tante iniziative culturali, dove sono fiorite attività che fanno scoprire le strutture, il territorio, la buona cucina e le tradizioni ponendo sempre al centro il ruolo dell’uomo per la salvaguardia della natura e della biodiversità. Gli agriturismi sono scuole di vita contadina ma anche di cultura civile ed innovazione”. 


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