Attualità mercoledì 08 ottobre 2025 ore 15:11
Angiografia con C02, ospedale toscano fa da pioniere

Anidride carbonica al posto dello iodio come mezzo di contrasto: circa 2000 casi trattati con questa tecnica all'ospedale San Giovanni di Dio
FIRENZE — Usare l'anidride carbonica come mezzo di contrasto nell'angiografia, in alternativa a quello iodato. L’ospedale San Giovanni di Dio è fra i pochi centri in Italia ad aver adottato, dal 2014, questa innovativa tecnica, fino ad oggi applicata in circa 2000 casi.
Nei giorni scorsi, il direttore della chirurgia vascolare del San Giovanni di Dio nonché direttore del dipartimento delle specialistiche chirurgiche della Asl Toscana centro, Stefano Michelagnoli, ne ha parlato al Senato, durante un convegno dedicato al tema.
"In angiografia - spiega una nota dell'Asl Centro- il mezzo di contrasto serve a rendere visibili arterie e vene, che altrimenti non sarebbero distinguibili con raggi X e TC. Con questo trattamento i medici possono controllare il flusso sanguigno e individuare eventuali occlusioni o aneurismi. L’impiego della C02 al posto dello iodio consente di effettuare procedure senza mezzo di contrasto o con un quantitativo minimo, mantenendo un’elevata qualità dell’immagine. La tecnica con C02, inoltre, offre maggior sicurezza: fino ad alcuni anni fa era necessario utilizzare elevate quantità di mezzo di contrasto iodato con effetti negativi sulla funzionalità renale. Oggi l’uso della C02 può ridurre il rischio di complicanze renali e rappresentare uno strumento efficace per una medicina sempre più su misura del paziente. Una frontiera importante per un ospedale come il San Giovanni di Dio che è anche ospedale amico del rene”.
“Siamo stati coinvolti in Senato – sottolinea Michelagnoli – perché il San Giovanni di Dio è fra i Centri che hanno messo a punto questa metodica negli anni fino a farla diventare un sistema evoluto, modificando radicalmente l’approccio nella chirurgia vascolare. Si è trattato di un cambiamento graduale: in un primo momento riservavamo questa metodica ai pazienti con insufficienza renale, oggi la utilizziamo di routine anche su chi non ha una malattia renale. Anche negli altri ospedali della Asl Toscana centro, a Empoli, Prato, Pistoia e Firenze, vengono eseguiti, per esempio, trattamenti vascolari degli arti inferiori ma un paziente con problematiche renali – sottolinea Michelagnoli – viene trasferito al San Giovanni di Dio. L’ospedale per questa tecnica – conclude - è diventato un Centro di riferimento a livello italiano”.
Solo recentemente il San Giovanni di Dio si è fatto promotore di un’altra frontiera nel trattamento della patologia vascolare: la possibilità di fare un trattamento endovascolare dell'aorta addominale e toracoaddominale con endoprotesi e senza usare mezzo di contrasto iodato nefrotossico. Lo studio multicentrico che ha coinvolto dieci centri italiani di chirurgia dell’aorta è stato coordinato a livello nazionale dal dottor Emiliano Chisci dall’ospedale San Giovanni di Dio. Il lavoro che è il più ampio della letteratura mondiale su questo argomento, è stato pubblicato dalla prestigiosa rivista della Società Europea di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare dimostrando la fattibilità e la sicurezza di questa tecnica.
Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI