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Attualità giovedì 10 ottobre 2019 ore 15:22

Annuario Arpat, promossa la qualità dell'aria

Secondo i dati presentati da Arpat risulta "non buono" l'inquinamento del mare in Toscana, in crescita degli impianti produttivi con irregolarità



FIRENZE — In Toscana si respira un'aria migliore che in passato ma in compenso l'acqua del mare risulta inquinata. Lo spiegano bene i dati dell'Annuario di Arpat 2019 presentato a Firenze nella sede della presidenza regionale in Palazzo Strozzi Sacrati dal direttore generale di Arpat Marcello Mossa Verre. Il rapporto analizza i parametri di aria, acqua, suolo e agenti fisici registrati nel 2018. L’Annuario ARPAT, ormai giunto alla sua ottava edizione, raccoglie quest’anno più di 90 indicatori che rappresentano lo stato dell’ambiente a livello regionale.

La pubblicazione è sempre strutturata nei sei capitoli tematici (aria, acqua, mare, suolo, agenti fisici, sistemi produttivi); per ciascun indicatore, classificato secondo gli elementi del modello DPSIR (determinanti, pressioni, stato, impatti e risposte), i dati sono presentati attraverso grafici, tabelle ed infografiche e commentati sinteticamente per spiegare la situazione ambientale che emerge dalla lettura dell’indicatore nonché l’attività svolta da ARPAT in merito.

Per quanto riguarda l'aria i 23 indicatori ci presentano una situazione nel complesso positiva per la qualità dell’aria nel 2018. Come nel passato, rimangono alcune criticità per tre inquinanti (PM10, ossidi di azoto e ozono), pur con un trend positivo relativamente ai primi due inquinanti.

Nel 2018 il limite dei 35 superamenti della media giornaliera del PM10 non è stato rispettato nella sola stazione di fondo di Lucca-Capannori; rispettato invece in tutte le stazioni il limite di legge relativo alla media annuale.

La criticità per il rispetto del limite sulla media annuale di biossido di azoto si è confermata soltanto per la stazione di traffico Firenze-Gramsci, mentre il limite massimo di 18 superamenti della media oraria di 200 μg/m3 è stato rispettato in tutte le stazioni.

Per quanto riguarda l’ozono, il limite per la protezione della popolazione non è stato rispettato nel 60% dei siti, mentre non si sono verificati superamenti della soglia di informazione (massima media oraria pari a 180 μg/m3).

Per quanto riguarda lo stato delle acque, fiumi, laghi mare e acque sotterranee, complessivamente, il 40% dei fiumi toscani raggiunge nel triennio 2016-2018 l’obiettivo di qualità ecologica buona-elevata; relativamente allo stato chimico il 63% è in stato buono. Il 70% delle acque sotterranee registra, nel 2018, uno stato chimico buono.

È proseguita anche nel 2018 la ricerca di PFAS in acqua e biota, ovvero specie tipiche di pesci in fiumi e acque di transizione, su un numero selezionato di stazioni in acque superficiali e sotterranee. Il 92% delle stazioni monitorate ha registrato presenza di PFAS in concentrazioni misurabili.

Relativamente ai fitofarmaci, il 79% delle stazioni - in acque superficiali e sotterranee - monitorate per queste sostanze ha registrato la presenza di fitofarmaci in concentrazioni misurabili.

Tutte le acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile nel triennio 2016-2018 presentano criticità, come avviene ormai dal 2004.

Non buono lo stato chimico delle acque marino costiero nel triennio 2016-2018; nella matrice acqua il basso livello di qualità ambientale è legato alla presenza di alte concentrazioni di tributilstagno e in alcuni casi di mercurio e benzo[a]pirene.

Migliore lo stato ecologico, tutti i corpi idrici indagati nel triennio di riferimento risultano infatti in stato elevato o buono ad eccezione di Costa di Rosignano e Costa Albegna che risultano in classe sufficiente.

La qualità delle acque di balneazione nel 2018 si è mantenuta ad un livello eccellente, con oltre il 97% delle aree che si collocano in questa classe (nel 2017 erano il 93%). Ogni stagione (da aprile a settembre), ARPAT controlla almeno mensilmente tutte le acque di balneazione della Toscana, effettuando misure, prelievi e analisi microbiologiche per determinare l’idoneità alla balneazione. 

Dai controlli svolti nel 2018 emergono in netto aumento rispetto agli ultimi anni i casi di superamento dei limiti normativi per almeno un parametro.

Sono 164 i nuovi procedimenti di bonifica attivati (a marzo 2019). In termini di numero e superfici sono le attività industriali ad aver maggiormente determinato la necessità di attivazione di un procedimento di bonifica.
A fronte dell’incremento costante dei siti interessati da procedimento di bonifica (comprensivo di tutti i siti sia con procedimento attivo sia con procedimento chiuso), si registrano 1753 siti con procedimento chiuso per non necessità di intervento (a marzo 2018 erano 1648) e 411 certificazioni di avvenuta bonifica (a marzo 2018 erano 402).

Come nell’edizione precedente, l’Annuario riporta i dati sui rifiuti urbani, riferiti al 2017 e forniti da ARRR: la produzione di rifiuti per abitante in Toscana è pari a 599 kg (in calo rispetto ai 617 kg del 2016), la percentuale di raccolta differenziata si attesta, a livello regionale, al 54%, in aumento rispetto al 51% del precedente anno ma ancora distante dall’obiettivo del 65% fissato dalla normativa per il 2012.

Quanto al consumo di suolo, secondo i dati del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, al 2018 in Toscana risulta consumato il 7,1% di suolo, con un incremento dello 0,14% rispetto al precedente anno.

L’inquinamento acustico ed elettromagnetico

Il controllo ed il monitoraggio del rumore generato dalle infrastrutture di trasporto (soprattutto strade), effettuati nel 2018, confermano il clima acustico registrato negli anni passati, con un 66% delle infrastrutture controllate fuori norma. Percentuale inferiore invece quella delle sorgenti fisse (attività commerciali, professionali, pubblici esercizi, etc..) controllate e sanzionate per il superamento dei limiti (11%).
Le misure dell’induzione magnetica generata da elettrodotti e cabine elettriche mostrano il rispetto dei limiti in tutti i punti indagati. Quanto agli impianti di telefonia e radio-tv, qui i limiti di legge sono rispettati nella maggioranza dei casi; gli unici due siti non conformi sono radio-tv.

Il 29% depuratori di reflui urbani maggiori di 2000 abitanti equivalenti controllati da ARPAT ha registrato varie tipologie di irregolarità che hanno prodotto una sanzione amministrativa e/o una comunicazione di reato, in linea con quanto evidenziato nel precedente anno.

Tendenza invece in crescita per gli impianti AIA di competenza regionale controllati che hanno evidenziato irregolarità: nel 2018 la percentuale è del 45% mentre nel 2017 era del 43%. Il numero delle non conformità accertate è in aumento rispetto all’anno precedente, le violazioni totali penali rilevano un incremento del 54%. Le violazioni alle norme sulla gestione dei rifiuti rimangono quelle nettamente prevalenti.
Anche i controlli agli impianti AIA di competenza ministeriale fanno emergere irregolarità nel 44% degli impianti controllati.
Il 43% dei principali impianti di incenerimento di rifiuti urbani e speciali toscani controllati hanno rilevato irregolarità non riguardanti però i valori emissivi che sono in genere ampiamente inferiori ai limiti per tutti gli inquinanti controllati. I controlli agli impianti geotermici non hanno fatto registrare superamenti dei valori limite di emissione per i parametri autorizzati (acido solfidrico, mercurio e anidride solforosa); la sola irregolarità riscontrata è di tipo amministrativo.
I controlli effettuati presso gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante hanno evidenziato che i Gestori attuano le misure integrative scaturite dalle ispezioni.
Dall'Annuario è possibile, in modo immediato, accedere al sito Web dove poter consultare, ed eventualmente scaricare, la serie storica dell’indicatore ed elaborare tendenze e confronti con gli anni precedenti. Per molti indicatori è disponibile una serie decennale di dati. Per rendere più agevole la consultazione della pubblicazione, ARPAT realizzerà inoltre dieci fascicoli provinciali che forniranno informazioni relative ai singoli territori, messe a confronto con quelle complessive della Toscana


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