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Attualità venerdì 28 febbraio 2020 ore 17:12
Covid-2019, sindacati contro l'autocertificazione
Cgil Cisl Uil chiedono alle aziende di porre fine ad iniziative per l'emergenza coronavirus assunte fuori dalle procedure delle autorità competenti
FIRENZE — I sindacati Cgil Cisl e Uil fanno sapere che a seguito dell'emergenza coronavirus, "diverse aziende del territorio regionale - si legge nella nota stampa dei sindacati -, ma non solo, anche su indicazione delle associazioni di categoria, stanno richiedendo alle lavoratrici e ai lavoratori di compilare delle schede di autocertificazione/questionari riguardo al loro stato di salute, o comunque proponendo altre modalità analoghe di profilazione di massa".
I sindacati denunciano anche che "dai territori ci arrivano anche segnalazioni di persone allontanate dalle imprese e dai cantieri senza alcuna giustificazione".
Secondo Cgil Cisl e Uil tali "iniziative unilaterali che creano panico, allarmismo e ledono i diritti dei lavoratori, iniziative non coerenti con il comunicato congiunto emanato proprio ieri dalle nostre Organizzazioni nazionali unitamente alle Rappresentante delle categorie economiche in cui si invita ad affrontare la situazione con il massimo equilibrio possibile".
Per questo i sindacati chiedono alle aziende, fuori dalle procedure definite dalle autorità competenti, di porre fine ad iniziative assunte in modo unilaterale.
A tal fine i sindacati ritengono necessario ribadire alcuni punti:
-
non è obbligatorio compilare alcun questionario o autocertificazione
proposti dalle aziende o altri enti che non siano quelli preposti
(Dipartimento di Igiene Pubblica della Ausl);
- l'autocertificazione
che alcune imprese stanno richiedendo è illegittima oltre che essere una
falsa tutela per i lavoratori, in quanto ci sono già le autorità
competenti e le procedure previste dall'ordinanza regionale. Si precisa
che la sorveglianza sanitaria attivabile dai medici competenti può
riguardare solo i rischi professionali;
- i cittadini che hanno avuto
contatti con persone contagiate nella zona rossa in paesi soggetti a
infezioni da Coronavirus, o che abbiano accusato sintomi legati
all'infezione, hanno già l'obbligo di dichiararsi alle autorità
competenti chiamando i numeri appositamente messi a disposizione;
-
solo le autorità competenti possono attivare il protocollo sanitario
previsto (quarantena, tampone, ricovero in strutture specializzate
ecc...);
- le aziende (in accordo tra medico competente, responsabile
del servizio di prevenzione e protezione e rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza) devono evidenziare con cartellonistica
specifica le azioni igienico sanitarie previste dal protocollo fornendo
prodotti specifici ed adeguati dispositivi di prevenzione ove necessari;
-
il solo medico competente può indicare prescrizioni volte a tutelare
eventuali soggetti a rischio per i quali, a fronte di determinate
patologie, l'eventuale contagio potrebbe avere conseguenze di gravità;
-
l'allontanamento del lavoratore o della lavoratrice, in assenza di
elementi che giustifichino la sorveglianza sanitaria, non è
giustificabile.
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