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Attualità sabato 11 aprile 2020 ore 10:56

Covid, conto salato per il turismo in Toscana

Uffizi deserti

Perdite da incubo anche nella migliore delle ipotesi formulate da uno studio di Irpet. Scure sulle città d'arte per l'assenza degli stranieri



FIRENZE — Il volto economico dell'emergenza Covid-19 è anche quello del turismo messo in ginocchio, per non dire azzerato, dall'emergenza sanitaria che è al centro di uno studio di Irpet, l'Istituto regionale di programmazione economica della Toscana, che ha messo a confronto due possibili scenari con quello che si sarebbe verificato in assenza dell'epidemia. In entrambi i casi il risultato mostra una riduzione del consumo turistico in Toscana tra il 40 e il 70 per cento nel 2020. 

Il primo scenario ipotizzato è quello in cui si realizzano tutte le condizioni migliori con un'uscita in tempi relativamente brevi dalla crisi sanitaria (fine aprile con risoluzione definitiva a fine giugno e progressivo allentamento delle misure a fine maggio) mentre il secondo scenario allunga i tempi di risoluzione (picco a fine aprile, esaurimento della crisi a fine giugno con riemergere di focolai in autunno).

In entrambi i casi i risultati sono decisamente negativi. Il primo scenario, quello migliore, vede un calo del 38 per cento delle presenze rispetto al 2019 e un consumo turistico ridotto del 40,6 per cento con perdite stimate intorno ai 4,1 miliardi di euro. Il secondo, quello in cui le condizioni sono peggiori, vede una riduzione del 67 per cento delle presenze turistiche e perdite per 7 miliardi di euro, vale a dire il 71 per cento di consumo turistico in meno. 

Le conseguenze, secondo lo studio, saranno molto dure soprattutto per le città d'arte come Firenze che dipendono in gran parte dalla domanda internazionale: le strade vuote da ormai un mese e l'allarme lanciato fin dall'inizio dagli albergatori sono specchio di questa situazione. Secondo l'Irpet a soffrire saranno anche le località più note del turismo rurale toscano dove, per l'Istituto, si dovrà puntare a recuperare il più possibile "quote di italiani non toscani prevalentemente dalle regioni settentrionali, che potrebbero essere attirati dall’idea di una vacanza di relax ad una certa distanza dall’affollamento balneare. Quest’ultimo prodotto dovrebbe d’altra parte giovarsi più facilmente del ritorno della domanda interna (toscana innanzitutto) e, qualora le condizioni sanitarie lo rendessero possibile, del turismo (specialmente in seconde case) di cittadini del Nord e del centro Italia da attrarre con politiche promozionali mirate".

Lo studio fotografa la situazione con i dati disponibili allo stato attuale. Per questo Irpet spiega che le stime saranno aggiornate in relazione all'evolversi dell'epidemia.


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