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Cronaca giovedì 08 giugno 2017 ore 17:42

Consip, gli sms di Scafarto sulle fughe di notizie

Sequestrati i telefoni del vicecomandante del Noe Sessa, indagato per depistaggio. Il capitano Scafarto: "Credo sia stato un errore parlare col capo"



ROMA — Nuovi dettagli sugli sviluppi dell'inchiesta delle procure di Roma e di Napoli sugli appalti della Consip, la centrale acquisti del ministero dell'economia, in particolare per il filone relativo alle fughe di notizie.

Nei giorni scorsi sono stati sequestrati i telefoni cellulari del vicecomandante del Noe dei Carabinieri, il colonnello Alessandro Sessa, indagato per depistaggio.

Gli apparecchi di Sessa saranno analizzati al fine di recuperare sms e messaggi whatsapp. In particolare gli inquirenti sono interessati a quelli scambiati da Sessa con il capitano del Noe di Napoli Giampaolo Scafarto, indagato a sua volta per falso. I messaggi contenuti nei telefoni di Scafarto sono invece già stati acquisiti e fra questi ce n'è uno che i pm ritengono particolarmente importante per le indagini sulla 'talpa'.

Sessa, nel maggio scorso, ascoltato dai pm romani come testimone per il caso Scafarto, dichiarò di aver informato "il capo" dell'esistenza dell'inchiesta Consip dopo il 6 novembre 2016, quando la notizia di un'indagine in cui era coinvolto il padre dell'ex premier Matteo Renzi, Tiziano, cominciò a circolare su alcuni mezzi di stampa. 

In realtà, un messaggio inviato da Scafarto a Sessa quasi tre mesi prima dimostrerebbe il contrario. Il 9 d'agosto 2016 Scafarto scrisse a Sessa: "Signor colonnello, sono due giorni che io penso continuamente a queste intercettazioni e alla difficoltà di portare avanti queste indagini con serenità. Credo che sia stato un errore parlare di tutto con il capo attuale e continuare a farlo. La situazione potrebbe precipitare con la fuga di notizie".

Quindi Sessa e Scafarto avrebbero informato "il capo", secondo gli inquirenti l'attuale comandante del Noe Sergio Pascali, dell'apertura di un'inchiesta sulla Consip in piena estate, e Scafarto era preoccupato dell'eventualità di una fuga di notizie che poi effettivamente si verificò, proprio nel corso di mese di agosto, e di cui ha parlato agli inquirenti il testimone-chiave delle indagini, l'amministratore delegato della Consip Luigi Marroni.

Nel dicembre scorso Marroni ha raccontato ai pm di aver saputo dell'inchiesta e di essere intercettato dal presidente Consip Luigi Ferrara, a sua volta informato dal comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette; un'altra soffiata sarebbe arrivata a Marroni dall'amico Filippo Vannoni, presidente di Publiacqua, la società che gestisce l'acquedotto fiorentino, che a sua volta ha dichiarato agli investigatori di averlo saputo dal ministro dello sport Luca Lotti. 

Anche Tiziano Renzi fu messo in allerta sulla vicenda dal comandante della Legione Toscana dei Carabinieri Emanuele Saltalamacchia. Durante una cena avvenuta a Rignano nel mese di ottobre 2016, Saltalamacchia consigliò a Renzi senior di non frequentare "certi personaggi".  Tiziano Renzi ricevette poi un avviso di garanzia per traffico di influenze illecite negli appalti Consip soltanto quattro mesi dopo, nel febbraio 2017. Indagato insieme a lui per lo stesso reato l'amico faccendiere Carlo Russo (vedi qui sotto gli articoli collegati),


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