Cronaca mercoledì 16 dicembre 2020 ore 19:30
Il figlio fu scarcerato, i genitori sparirono
Ritrovata una quarta valigia con all'interno gli arti mancanti del cadavere dell'uomo. Gli inquirenti scandagliano la vita della famiglia albanese
FIRENZE — Una vicenda terribile dove per adesso l'unica certezza è che una delle vittime uccisa, fatta a pezzi e nascosta in due delle quattro valigie ritrovate nel terreno lungo la superstrada della Fipili è Shpetmi Pasho, l'uomo scomparso nel 2015 insieme alla moglie Tenuta Pasho, i cui resti devono essere ancora accertati ma non ci sarebbero dubbi sull'identità del secondo cadavere (vedi articolo collegato).
I coniugi albanesi Shpetmi e Teuta Pasho scomparvero nel Novembre 2015 secondo la denuncia presentata da una figlia l'8 Novembre, dicendo che i genitori erano scomparsi sei giorni prima quindi il 2 Novembre, come ricostruisce il colonnello Carmine Rosciano che segue l'indagine, lo stesso giorno il figlio della coppia uscì dal carcere di Sollicciano. Adesso però quel figlio è irreperibile dal 2016, da quando evase dai domiciliari. L'uomo era in carcere per reati legati alla droga.
Questa mattina i carabinieri hanno rinvenuto, non lontano dal luogo del ritrovamento delle altre tre una quarta valigia con all'interno gli arti del cadavere maschile, la valigia che mancava all'appello. Infatti nella prima è stato ritrovato il busto dell'uomo e le braccia, nella seconda e nella quarta i resti femminili.
In attesa di un ulteriore riscontro sull'identità di Shpetmi Pasho, oltre all'impronta digitale e al tatuaggio con il nome della città di Valona, un altro elemento porta all'uomo, tre le lettere tatuate: Shp che sono le prime tre lettere del suo nome.
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