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Attualità mercoledì 20 gennaio 2016 ore 12:16
Il made in Tuscany continua a correre

Volano le esportazioni dei distretti industriali: +4,1% rispetto al 2014. Nuovo boom per l'olio e il vino negli Stati Uniti e per la carta in Europa
FIRENZE — I distretti industriali sono una certezza, sia in Italia che in Toscana. Qui la crescita complessiva (+4,1%), registrata da Intesa Sanpaolo per la Cassa di Risparmio di Firenze nel terzo trimestre del 2015, è persino più alta rispetto alla media nazionale (+3,6%).
Il che significa che le esportazioni hanno raggiunto un valore complessivo superiore a 3,2 miliardi di euro.
Per quanto riguarda i settori specifici, la crescita più significativa è quella fatta segnare dal distretto fiorentino dell'olio (+70,1%), ma anche da quello lucchese (+36,1%) e dal vino del Chianti (+16,9%) che hanno spopolato negli Stati Uniti.
Sul podio dei migliori anche il distretto di Capannori, dove si produce la carta che viene poi venduta in tutta Europa: +20,9% rispetto al terzo trimestre del 2014.
In crescita anche il marmo di Carrara (+17%), destinato anch'esso al mercato statunitense ma anche a quello Cinese e agli Emirato arabi.
Tiene bene il tessile di Prato, con un +5% frutto della penetrazione in mercati importanti quali Hong Kong e il Regno Unito.
Battuta d'arresto invece per la pelletteria e le calzature prodotte nel distretto fiorentino (+1,7%), che con i loro 772 milioni di euro di fatturato restano comunque la punta di diamante dell'export toscano e soprattutto per l'abbigliamento dell'Empolese. Un -0,8% determinato dalla flessione dei mercati storici, Giappone e Russia in testa.
Tonfo pesante per le calzature di Santa Croce sull'Arno (-5,7%), per i mobili di Quarrata (-1,3%), e le calzature di Lucca e Lamporecchio (-5,7%).
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