Attualità venerdì 11 novembre 2022 ore 16:45
Il riscaldamento climatico scompiglia l'ambiente toscano
Biodiversità, fiumi, falde acquifere: così cambia la Toscana secondo il quadro in 100 parametri nell'Annuario di Arpat per il 2022
FIRENZE — Il riscaldamento climatico e l'assenza di piogge scompigliano l'ambiente toscano. La biodiversità ne risente, i fiumi non si rigenerano più perché mancano le precipitazioni, le falde acquifere non si ricaricano con la consueta stagionalità. In compenso si mantengono a livello eccellente le acque di balneazione, e lievi miglioramenti si ravvisano nella qualità dell'aria. E' il quadro della situazione ambientale in Toscana cristallizzato attraverso 100 parametri nell'Annuario 2022 di Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana.
L’Annuario appena pubblicato si fonda su 100 indicatori ambientali riferibili al modello Dpsir elaborato dall’Agenzia europea per l’ambiente per individuare le relazioni di causa/effetto che intercorrono tra uomo e ambiente, e fornisce un ritratto ampio e approfondito sulla situazione dei vari comparti ambientali della Toscana.
Giunto alla sua XI edizione, l'Annuario costituisce la sintesi dell’attività di controllo, monitoraggio e supporto tecnico svolta da Arpat sulle 6 aree tematiche nelle quali è articolato il volume: aria, acqua, mare, suolo, agenti fisici e sistemi produttivi. E' stato presentato stamani a Firenze a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Regione, dal presidente della Toscana Eugenio Giani e dal direttore generale di Arpat Pietro Rubellini.
Ritratto d'ecosistema, così la Toscana del 2022
All'analisi dei dati hanno preso parte anche il presidente del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (Snpa) Stefano Laporta, il direttore tecnico di Arpat Marcello Mossa Verre e i docenti delle tre Università toscane Simone Bastianoni e Letizia Marsili del dipartimento di scienze fisiche, della terra e dell’ambiente dell'Università di Siena, Carlo Pretti del dipartimento di scienze veterinarie dell'Università di Pisa e Francesco Ferrini del dipartimento di scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali dell'Università di Firenze.
“Storicamente - ha spiegato Rubellini - l’Annuario è stato elaborato considerando le pressioni dirette antropiche come fattori di impatto principale attraverso 'inquinamenti sensu latu', alteranti la qualità preesistente dell’ambiente. Ormai la qualità dei comparti ambientali è considerevolmente influenzata anche dalle pressioni indirette legate ai cambiamenti climatici, che purtroppo amplificano gli impatti inquinanti attuali o cronicizzati, alterando le risorse naturali e ambientali, in termini quantitativi e qualitativi".
La stabilità climatica e soprattutto la stagionalità del tempo meteorologico è venuta meno, ha sottolineato ancora Rubellini, incidendo ad esempio sulla capacità della risorsa idrica di rigenerarsi con le piogge, in maniera costante e con la consueta stagionalità. Sempre più subiamo piogge brevi e concentrate che portano ad un ruscellamento spinto e ad una scarsissima infiltrazione. Il risultato sono fiumi che si gonfiano e si scaricano istantaneamente mantenendo per il resto dell’anno portate bassissime e falde che si ricaricano scarsamente e solo in sporadiche occasioni.
Oltre all’effetto sulle risorse, questo mutamento climatico sta determinando ormai in maniera eclatante anche una pesante alterazione della biodiversità, elemento fondamentale per il mantenimento di un corretto equilibrio ecosistemico naturale e quindi di un’alta salubrità dell’ambiente. Specie vegetali e animali aliene hanno adesso un vantaggio nello sviluppo rispetto alle specie endemiche, incidendo sulla biodiversità tipica dei nostri territori, distruggendola o alterandola gravemente.
“L’Annuario è uno specchio che ci mostra cosa sta davvero succedendo - ha aggiunto il presidente Giani - quale è il reale impatto ambientale della nostra società, cosa dobbiamo davvero agire per ridurre il nostro peso ambientale, proteggendo l’ecosistema".
“Questo approfondito quadro conoscitivo – ha commentato l’assessora regionale all'ambiente Monia Monni - da una parte mette la Regione nelle condizioni di poter assumere con consapevolezza piena scelte importanti per la Toscana, dall’altra garantisce ai cittadini un accesso trasparente e a 360 gradi ai dati ambientali".
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