Attualità venerdì 04 novembre 2022 ore 11:53
Vivono in aree a rischio alluvione 271mila toscani
Nel 56° anniversario dell'alluvione di Firenze, ecco quanti vivono in aree esposte al pericolo di esondazioni che fa da contraltare alla siccità
TOSCANA — Da un lato la siccità che non molla la presa, con laghi e invasi svuotati durante l'estate e che stentano a recuperare il loro pieno carico. Dall'altro precipitazioni anche improvvise e violente che provocano esondazioni e danni come accaduto anche la notte scorsa in Versilia. E' il doppio registro su cui si muove la Toscana, in cui 271mila cittadini vivono in aree ad alto rischio alluvione, 93mila dei quali nella sola provincia di Firenze per un equivalente di 25mila famiglie circa.
Il dato emerge dai numeri che Coldiretti Toscana ha ricavato dalla base dati dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, in occasione del 56° anniversario dell'alluvione di Firenze. Era il 4 Novembre 1966 quando l'Arno ruppe gli argini riversando le sue acque per strade, piazze ed edifici della città, in particolare nel centro storico.
Ebbene: la lotta al dissesto idrogeologico in Toscana è tutt'altro che finita come dimostrano i 600 milioni di opere per la sicurezza idraulica dell'Arno attualmente 'aperte': "I cambiamenti climatici ci pongono di fronte alla sfida più grande di tutte e dobbiamo agire subito per difendere il nostro futuro", osserva il presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi che considera quegli interventi "un tassello fondamentale di questa sfida" ricordando che proprio l'associazione degli agricoltori è al lavoro con la Regione Toscana sul piano invasi.
L’altro grande tema però è quello del consumo del suolo. In Toscana dal 2006 al 2022 gli ettari di terra naturale urbanizzati, occupati da case, capannoni ed altre strutture sono stati 4.210 ad una velocità di 263 ettari all’anno.
L'agricoltura, va da sé, ne risente. La siccità di questa estate è costata all’agricoltura 260 milioni di euro di danni tra mancate produzioni, minori rese o danneggiate: "L’autunno presente - prosegue - è il più caldo degli ultimi 70 anni. Molte aree della nostra regione sono a rischio desertificazione e questo significa conseguenze sulle produzioni agricole, sul Pil e quindi disuguaglianza sociale. Il climate change mette a rischio l’ambiente, la sicurezza dei cittadini e la sovranità alimentare in un momento della nostra storia in cui dobbiamo riportare al centro l’agricoltura”.
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