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Lavoro giovedì 03 novembre 2022 ore 18:35

Nella camperistica 420 lavoratori a rischio

camper laika

In Toscana il settore conta 255 posti di lavoro persi e cassa integrazione in aumento. Volano le commesse ma mancano microchip e semiconduttori



FIRENZE — Ricorso alla cassa integrazione in crescita, 255 posti di lavoro perduti e 420 lavoratori col contratto in scadenza: è il ritratto della camperistica toscana, settore in cui le commesse volano ma i pezzi mancano. E oggi a fare il punto della situazione ci hanno pensato Fiom Cgil e Fim Cisl, che alla Regione chiedono di aggiornare il tavolo sul settore. 

Uno spiraglio arriva da una delle principali realtà del comparto, la Laika di San Casciano in Val di Pesa, nel Fiorentino: qui si è proceduto a stabilizzare 185 lavoratori e a siglare un nuovo contratto integrativo con aumenti salariali e più diritti oltre a interventi anticrisi. Per i sindacati si tratta di "un'intesa da prendere a modello", ma si tratta di un cameo entro uno scenario preoccupante.

In Toscana la camperistica occupa circa 3.000 persone in via diretta più 5.000 di indotto, e concentra i suoi poli produttivi fra Chianti fiorentino e senese. I sindacati sono espliciti: rappresenta una sorta di paradosso. Sì perché le commesse non mancano, ma la carenza di microchip e seminconduttori nel mercato porta a un aumento della cassa integrazione con dilatazione nei tempi di consegna di un caravan al cliente, attualmente sui 18-24 mesi. Insomma: le vendite volano ma scarseggiano le materie prime della fornitura. 

Nella sola Toscana, confrontando i dati di Luglio 2022 con quelli dello stesso mese del 2021, la camperistica ha perso il 10% di occupazione, circa 255 posti di lavoro meno di cui solo 185 hanno il diritto di priorità di richiamo e stabilizzazione per accordo sindacale, mentre i rimanenti 70 sono fuori in balìa dell’incertezza delle forniture degli chassis. 

Inoltre, proseguono Fiom Cgil e Fim Cisl che stamani sulla materia hanno tenuto una conferenza stampa, da Agosto 2021 ad Agosto 2022 nelle aziende toscane la media è stata di 15 settimane di cassa integrazione. C’è poi la questione degli oltre 420 contratti a tempo determinato a rischio in Toscana nella produzione diretta. 

La conferenza stampa

La conferenza stampa

Per Iuri Campofiloni (responsabile camperistica Fiom Cgil Toscana) e Giuseppe Cesarano (segretario generale di Fim Cisl Siena-Grosseto) serve, come accaduto in Laika, “un bacino con graduatorie per mansione e anzianità con obbligo, da parte dell’azienda, di stabilizzazione al raggiungimento di 24 mesi effettivi di anzianità aziendale e diritto di precedenza al richiamo in caso di stop produttivo". 

"C’è necessità di garantire l’occupazione e quindi di fare uscire dalla precarietà questi 420 lavoratori. Di fronte al boom di mercato dei mezzi, questi lavoratori sono essenziali per rispondere ad una domanda in forte espansione”, affermano i rappresentanti sindacali che alla Regione chiedono di aggiornare il tavolo sul settore coinvolgendo tutti gli attori, così da arrivare a rilanciare la richiesta di inserire il settore camperistica nel tavolo nazionale auto.

L'accordo modello

Cinque mesi di trattative serrate, ma adesso Fiom Cgil e Fim Cisl hanno un modello da indicare e perseguire nel contesto della camperistica: è legato all'accordo di prossimità stretto alla Laika di San Casciano val di Pesa, nel Fiorentino, con la stabilizzazione di 185 lavoratori e lavoratrici da ora a Luglio 2025. 

"Le parti hanno anche siglato il nuovo accordo integrativo (approvato dalle assemblee dei lavoratori) che prevede per tutti i circa 700 addetti più diritti, tutele e salario, oltre a interventi anti crisi. Tra i punti dell’intesa: premio di risultato complessivo legato all’effettiva produzione (aumento potenziale di 3-400 euro l’anno), raddoppiate le indennità di maggiorazioni di turno e dei turni notturni, aumentato dal 4 al 6% il diritto al part time, congedi parentali anche per i genitori affettivi (famiglie arcobaleno), più giorni di permesso per accudire i figli under 12 in malattie brevi, in caso di gravi patologie lavoratore in carico a azienda fino a guarigione". 

Quanto alle misure anti crisi vi figurano "mensa aziendale gratuita, prestito senza interessi fino a 3mila euro trattenuto in busta paga nei 24 mesi successivi, contributo per l’uso dei mezzi di trasporto pubblici". La via maestra è tracciata.


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