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Attualità venerdì 24 febbraio 2017 ore 16:05

Venti anni di Shalom contro la sete del Sahel

Servizio di Serena Margheri

Un convegno per ribadire l'importanza di portare l'acqua nei paesi africani per migliorare le condizioni di vita dei villaggi del Sahel



FIRENZE — Acqua come fonte di vita, acqua come elemento per un futuro senza guerre. E a 20 anni dall'avvio del Progetto Acqua il Movimento Shalom, nel convengo a Firenze “Acquafrica, insieme contro la sete del Sahel”, ha voluto condividere i risultati della propria attività. La Onlus Shalom è riuscita a costruire 273 pozzi in Burkina Faso che possono dare fino a 20 litri al giorno di acqua potabile per le famiglie. 

Un ventennio di attività quello del Progetto Acqua in Burkina Faso, che ha portato alla formazione e all’avvio di 3 imprese locali per la perforazione di pozzi in Burkina Faso e alla realizzazione di numerosi pozzi finanziati da donatori del Movimento Shalom nei villaggi più poveri del Burkina Faso.

Una carenza cronica di acqua è quella che affligge molti villaggi dei paesi del Shael con conseguenze drammatiche sulla salute e sulla qualità della vita delle popolazioni, che così sono costrette anche a migrare.

Era il 1990 quando don Andrea Cristiani convinse un gruppo di otto uomini a seguirlo in un viaggio in Burkina Faso, finalizzato alla valutazione della situazione e della possibilità di interventi di cooperazione e i viaggiatori videro l'acqua che quelle persone erano costrette a bere. 

Tra i relatori della conferenza anche Romano Prodi, dal 2008 al 2014 a capo del Gruppo di lavoro ONU-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa, e dal 2012 al 2014 Inviato Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per il Sahel, e il magistrato Silvia della Monica, vicepresidente commissione per le adozioni Internazionali.

E sabato 18 febbraio è rientrata dal Burkina Faso la delegazione di Shalom composta da don Andrea Cristiani (fondatore del Movimento), Gabriele Gronchi (presidente) e Luca Gemignani (direttore). Il viaggio, oltre a accompagnare e visionare i tanti progetti realizzati e in corso in quasi 30 anni di presenza del Movimento Shalom in Burkina Faso - come si legge nella nota del movimento - ha affrontato i seguenti punti:

1.Insediamento del nuovo Consiglio di Shalom Burkina. E’ stato nominato il nuovo coordinatore che è Kobyagda Larba Issa e il consiglio che segue tutti i progetti locali, formato da: Pascaline Oulene (vice- coordinatrice), Sabine Zongo ( segretaria generale), Garba Taposoba (Consigliere con delega progetti agricoli), Akille Kafando ( responsabile dialogo interreligioso), Anna Bruni (responsabile centro accoglienza Laafi roogo), Jean Paul Monè

2. E’ stato riunito per la prima volta il Comitato scientifico della Università Shalom in Burkina che preso subito le sue funzioni. L’università IPS ha al momento 130 studenti iscritti ai corsi per l’indirizzo agro-economico, comunicazione e giornalismo, diritto. Dal 2017 gli studenti che prenderanno la laurea avranno il riconoscimento Cames, che prevede la validità del titolo in quasi tutti i paesi dell’africa occidentale. “Un traguardo davvero formidabile – dichiara Luca Gemignani - vista la giovane costituzione della nostra università”.

3. E’ stata consegnata al fondatore, don andrea Cristiani, la medaglia d’onore ai DIRITTI UMANI del Ministero della Giustizia per l'impegno mostrato in favore dell’umanizzazione dei carceri e per aver contribuito a rendere più corrispondente ai diritti delle persone le case circondariali di detenzione del Burkina portando acqua, servizi igienici, pane e vestiario per i detenuti.

4. "Durante il soggiorno – continua Luca Gemignani - abbiamo potuto anche visitare la zona rossa nel nord del Burkina ai confini con il Mali, dove non è garantita la sicurezza a causa dei jihadisti”. Di recente attacchi terroristici hanno seminato violenza e panico. 


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