Attualità mercoledì 28 gennaio 2015 ore 16:00
I bancari contro gli 'squali' della finanza
Venerdì i dipendenti delle filiali toscane parteciperanno allo sciopero nazionale unitario, manifestando nella città del presidente dell'Abi Patuelli
FIRENZE — Mentre in Toscana cresce la propensione al risparmio dei cittadini (+10 miliardi di depositi in 3 anni), crollano gli impieghi nei settori produttivi (-3 miliardi di investimento solo nelle costruzioni). Mentre gli stipendi dei top manager delle banche sono saliti in media di 600 mila euro in 10 anni, nello stesso periodo i dipendenti semplici hanno perso 800 euro.
Segno di un sistema del credito in crisi, secondo i bancari toscani, che si preparano a partecipare allo sciopero nazionale indetto da tutte e 8 le le sigle sindacali (Fisac Cgil, Fabi, Fiba Cisl, Uilca, DirCredito, Unisin, Ugl e Sinfub) per venerdì 30 gennaio.
I toscani, che tra 2012 e 2013 sono passati da 27.944 a 26.084 - e le previsioni per il 2014 sono in linea con questo calo - tra le 4 piazze italiane scelte per lo sciopero nazionale, hanno deciso di concentrarsi a Ravenna, sede della banca guidata dal presidente dell'Abi, Antonio Patuelli.
"Chiediamo il rinnovo del contratto nazionale - hanno spiegato i rappresentanti delle sigle sindacali - perchè noi siamo la garanzia per i piccoli risparmiatori e soprattutto gli imprenditori per tornare ad avere credito dalle banche".
Quel credito che oggi è ancora in forte contrazione, passato in 3 anni in Toscana da 112 a 97 miliardi di euro l'anno.
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